Giudici contro Anm: No a Castopoli sulle vaccinazioni

30 Marzo 2021
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“Un comunicato sbagliato nel metodo e nel merito”. A definire in questo modo il comunicato dell’Anm di due giorni fa in cui i magistrati annunciavano di essere pronti allo stop dei processi se non fosse stato vaccinato il comparto giustizia sono alcuni componenti dello stesso Comitato Direttivo Centrale dell’Associazione nazionale dei magistrati. Si tratta di Maria Angioni, Giuliano Castiglia, Ida Moretti e Andrea Reale, che fanno parte della lista ArticoloCentouno. I giudici parlano del rischio di essere considerati “Castopoli”. “Abbiamo appreso del comunicato della Giunta Esecutiva Centrale dell’Anm che invita i dirigenti degli uffici giudiziari a ”rallentare immediatamente” o addirittura a ”sospendere” l’attività giudiziaria non urgente in mancanza di interventi normativi volti alla limitazione dell’attività giudiziaria sull’intero territorio nazionale – contestualmente alla sua divulgazione ai mass media. Non lo condividiamo”, dicono i magistrati. “Nel metodo, il mancato coinvolgimento delle altre categorie interessate, ingiustificato e incomprensibile, costituisce un madornale errore strategico e una grave mancanza di rispetto nei confronti di chi, avvocati, magistrati onorari, personale amministrativo, al pari dei magistrati ordinari, è quotidianamente coinvolto nel e dal servizio giustizia – dicono i magistrati – Ma, soprattutto, in palese violazione dello Statuto e delle prerogative del Comitato Direttivo Centrale, la Gec ha assunto una determinazione estranea alle sue competenze (prettamente esecutive), peraltro discostandosi dalla deliberazione assunta all’unanimità in occasione dell’ultima riunione del Cdc dell’Associazione, tenutasi meno di quindici giorni prima e a condizioni immutate”.

“Considerata la portata senza precedenti della determinazione, si tratta di un gravissimo vulnus alla democraticità dell’Associazione, che si aggiunge agli altri che si stanno pericolosamente consumando in questi stessi giorni – proseguono i magistrati di ArticoloCentouno -Nel merito, l’invito ai dirigenti degli uffici giudiziari è inaccettabile. I dirigenti, infatti, non possono fare altro che applicare la legge e, fuori da tale recinto, giammai potrebbero ”rallentare immediatamente” o addirittura ”sospendere” lo svolgimento di un servizio pubblico essenziale”. “Né possiamo pensare che si volesse formulare un invito alla disobbedienza della normativa in vigore, minacciando persino la sospensione del servizio, in modo quasi da sollecitare (per non dire istigare) alla interruzione di un pubblico servizio. L’invito, inoltre, è molto pericoloso perché riflette e alimenta una concezione della magistratura – gerarchizzata e verticistica – con caratteri antitetici a quelli scolpiti dalla Costituzione a garanzia del legale, indipendente e imparziale esercizio della giurisdizione”. 

 “Nella grave situazione di emergenza epidemiologica in atto è certamente necessario l’impegno di tutti per individuare le migliori soluzioni per la salvaguardia dell’esercizio della giurisdizione, essenziale per il funzionamento e l’esistenza stessa dello Stato – dicono i magistrati dell’Anm -Tuttavia, per l’Anm, il modo per farlo non è certo quello, populistico, che si lascia travolgere da un eccesso di parossismo preelettorale (si vota per le suppletive del Csm fra meno di 15 giorni) e trascura le regole statutarie poste a garanzia della stessa democraticità dell’Anm”. “Occorrerebbe agire nel confronto e con il coinvolgimento di tutte le categorie interessate, seguendo come stella polare il fondamentale principio di uguaglianza e, per questa via, sapendo distinguere tra le differenti situazioni di rischio, che pure esistono nell’ambito del servizio giustizia”. “Invece, perdendo ogni contatto con la realtà, la Gec rischia di far sì che la magistratura sia vista dall’opinione pubblica non solo, a causa degli scandali ai quali non si è ancora iniziato a porre rimedio, come ”magistropoli” ma persino come ”castopoli”. Chiediamo, pertanto, che la Gec faccia emenda di questo clamoroso errore e che la questione sia portata alla valutazione della prossima riunione del Comitato Direttivo Centrale, da convocarsi con la massima urgenza”, concludono i magistrati di Centouno.

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