E se domani, e sottolineo se, a Giorgetti chiedessero di fare il segretario della Lega?

21 Ottobre 2023
Lettura 1 min

di Stefania Piazzo – Gli ultimi sondaggi danno Matteo Salvini come uno dei ministri meno considerati.

Fanpage dà infatti notizia che Salvini è il ministro che ha “lavorato peggio” per il 20% degli italiani e per il 10% degli elettori del centrodestra, nel primo anno di governo, secondo un sondaggio di Quorum/YouTrend (https://www.fanpage.it/politica/sondaggi-politici-salvini-e-il-ministro-peggiore-del-primo-anno-di-governo-meloni-la-classifica/).

Fin qui la cronaca, poi può iniziare la fantapolitica e la fantapolitica con gli uomini in campo e le scommesse, si fa per dire, sui cavalli in corsa.

La Lega non esiste più, ci sono personaggi politici organici alla prima Lega che stanno riorganizzando sotto vari simboli e modalità una resistenza leghista. Forse un po’ troppo tardiva, dieci anni dopo le evidenti svolte del dopo Bossi. La finestra delle elezioni europee nel 2024 sta accelerando questo processo che potrebbe riaggregare o far federare rami diversi che nascono dalle stesse storiche radici.

Ma, in tutto questo, che senso ha la Lega di questi anni? La posizione governativa l’ha di fatto portata a stare o più a destra della destra o al centro per pescare i reduci del centrismo berlusconiano. La destra a sua volta è più centrista rispetto al punto di partenza storico. Tutti sono diventati “moderati”.

Il Carroccio, nato per essere al di sopra di tutto e puntare al federalismo, pensa al ponte di Messina, si impegna per superare e fare di più rispetto alla Fornero, esulta se avanza in Calabria… E’ insomma un altro partito, che ha perso le ragioni del federalismo e dell’autonomia dei territori.

E’ al bivio, la Lega. Anzi, la “Lega”. Non può certo tornare all’estremismo devolutivo, a quelle tattiche bossiane, ma l’alternativa alla segreteria Salvini è una segreteria in grado di riportare il progetto politico a governare meglio la bipolarità che la globalizzazione ha evidenziato: la valorizzazione dei territori versus lo strapotere del mercato, degli aspetti più perversi e dannosi della stessa globalizzazione. In una chiave moderna, ovviamente.

E’ impossibile pensare a un ritorno al passato, ad un progetto che ha 30 anni. E chi potrebbe rimettere in ordine internamente la Lega, fare da garante alla trasformazione che non butta via l’idea originale che ha rivoluzionato la politica a inizio anni ’90, e riaprire le porte anche ad una pax che riunisca chi ha pagato la non appartenenza ai corsi che hanno stravolto la Lega, da dopo Bossi ad oggi?

Fantapoliticamente parlando, Giancarlo Giorgetti, che della segreteria di via Bellerio non ne fa una priorità diretta. Nessuno scommette che ambisca a quel ruolo. Ma, forse, dipende da chi glielo potrebbe chiedere.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
Hosting: Stefania Piazzo

Newsletter

Iscriviti alla nostra Newsletter!

Servizio Precedente

La Lega è felice di crescere in Calabria

Prossimo Servizio

La pessima burocrazia costa il doppio dell’evasione

Ultime notizie su Opinioni

TornaSu