Carne “sintetica”, un divieto che non sta in piedi. Ecco perché. Abbiamo anteposto la quantità alla qualità

13 Dicembre 2023
Lettura 2 min

di Giovanni Robusti – Viviamo una politica fatta di annunci, di promesse. Anche di norme per fare comunicazione e non il contrario. Visto che una vita di sono occupato di materia agricola e alimentare mi permetto di dire la mia, per quello che vale, sulla vicenda della carne sintetica.
Circa la produzione, sul come, sulla qualità, sull’impatto ambientale della carne sintetica non ne so nulla e
non incide su quello che vorrei proporre.
Stiamo diventando in tanti al mondo e presto non ci sarà cibo per tutti. Inoltre la trasformazione delle
proteine vegetali in animale è molto inefficiente. Cioè, per dare teoricamente da mangiare a tutto il mondo sarebbe meglio alimentarsi a vegetali. Ma questo è un teorema che non avrà mai applicazione.

Da qui, l’intuizione di grossi gruppi nel cercare di produrre carne sintetica. Di fronte al dio mercato/denaro tutto diventa possibile e reale.
Che noi siamo in Unione Europea è noto a tutti. Una scelta che nessuno ha ancora concretamente proposto di cambiare nei fatti, al di là delle battute. Nemmeno di quelle di chi, da quella Unione, prende/eva lo stipendio. Lauto.

Dal 1985 tutte le competenze agricole sono esclusive europee. Con l’adesione lo Stato Italiano ha trasferito il primo livello di gerarchia delle fonti all’Unione. Ragione per cui quando l’Unione prenderà una decisione sulla carne sintetica l’Italia dovrà adeguarsi senza se e senza ma. E siccome non sono così certo che l’Unione prenderà la stessa strada, questa norma è teorica.

Sempre ribadendo che non sto manifestando alcun favore alla produzione di carne sintetica. Alla mia età
non credo di arrivare nemmeno a provarla. E non lo vorrei nemmeno per i miei figli e nipoti. Sto cercando di far capire altro.
In Italia siamo in una situazione critica circa l’incidenza degli animali sulla limitata disponibilità di suolo.
Siamo fuori dai parametri ambientali Europei da sempre e facciamo ben poco per rientrare. Gli olandesi, pur con tutte le proteste, stanno riducendo il carico di animali sul loro territorio. Prima o poi!

Nel mondo siamo leader nella qualità alimentare. Abbiamo i marchi alimentari più famosi, più venduti e
anche più cari. Vendiamo formaggi, vino, salumi e tanto altro a prezzi che gli altri paesi si sognano o forse
neanche a quello arrivano.
Nel mondo purtroppo la divaricazione sociale è sempre più evidente. I ricchi sono sempre più ricchi e i
poveri sono sempre più.


Ebbene io credo che, per quanto vada male il livello alimentare al mondo, soprattutto crescendo la
popolazione, ci saranno sempre una quantità importante e forse eccessiva che si potrà permettere della
buona carne allevata a terra in allevamenti nel benessere animale e alimentati in modo sano e
naturale. E non è quello che succede in tutti gli allevamenti italici, oggi.
Purtroppo in questa nuova era politica agricola è tornata alla ribalta la convinzione che, per tutelare i propri interessi, si debba promuovere la creazione di un ombrello proteƫtivo da parte del regnante di turno. Senza rendersi conto che chi ha saputo imporre i propri prodoƫti, la propria qualità nel mondo ha agito in modo diametralmente opposto. Sarebbeto tempo e risorse spese meglio se ci si concentrasse sulla protezione della nostra qualità nel mondo. Ma in quell’aƫtività brillano i privati quanto si spengono le realtà pubbliche.
Ma pare che questo vada bene all’elettore votante. Al quale …… ci inchiniamo.
Deferenti, ma non troppo.

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Direttrice: Stefania Piazzo
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