Roma, 25 lug. (askanews) - Chilometri e chilometri di territorio devastato dalle fiamme. E danni incalcolabili. La Regione Sardegna è funestata ancora una volta dalle fiamme ma nelle ultime ore l'incendio a causa dei forti venti, sembra allargarsi oltre il Montiferru, l'oristanese. Sarebbero oltre 1.500 gli sfollati e 200mial gli ettari di territorio bruciati. Circa 10 i comuni colpiti. La protezione civile è stata costretta a chiedere aiuto all'Unione europea con l'invio di canadair. Il capo Dipartimento, Curcio ha infatti disposto l`attivazione del meccanismo unionale di Protezione Civile, che consentirà di far affluire velivoli in supporto all`Italia provenienti da altri Paesi. In particolare due sono in arrivo dalla Francia. Al lavoro ci sono 7500 uomini tra Corpo forestale, Vigili del fuoco, Protezione civile, volontari, ma anche Croce Rossa Italiana, Carabinieri e Polizia di Stato, “Non è ancora possibile effettuare una stima dei danni causati dagli incendi ancora in corso nell’oristanese, ma si tratta di un disastro senza precedenti. Diecimila ettari di vegetazione distrutti, aziende e case bruciate, bestiame ucciso” ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, precisando che “la macchina regionale è interamente mobilitata: 7500 uomini, 20 mezzi aerei (7 Canadair e 13 elicotteri) per affrontare un momento drammatico per tutta la Sardegna”. La Giunta si è riunita in via straordinaria per dichiarare lo stato di calamità mentre lo stesso Solinas si è recato nella sede della Protezione civile per il coordinamento delle operazioni. “Chiediamo al Governo – ha aggiunto Solinas – un sostegno economico immediato per ristorare i danni e aiutare le comunità colpite a ripartire. Scriverò al Presidente Draghi per chiedere anche che una quota del PNRR sia subito destinata alla Regione per un grande progetto di riforestazione, che rimargini queste terribili ferite”.

Decreto legge incendi. Lav: Chi ha votato per cacciare gli animali fuggiti dalle fiamme

28 Ottobre 2021
Lettura 3 min

Nella conversione in Legge del Decreto Legge 120 dell’8 settembre scorso per il contrasto agli incendi boschivi, approvato fra ieri https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=18&id=1316562&part=doc_dcha e oggi https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=hotresaula&part=doc_dc in prima lettura, il Senato ha purtroppo bocciato l’emendamento che avrebbe reso effettiva la chiusura della caccia per almeno una stagione venatoria, da parte delle Regioni e a seguito della dichiarazione dello stato d’emergenza, nelle zone colpite dal fuoco e nei Comuni limitrofi. Prima la Commissione Ambiente e poi l’Aula di Palazzo Madama hanno infatti detto no a maggioranza alla proposta di LeU e sottoscritta da senatori di altri Gruppi, con 123 No, 88 Si e 27 astenuti. Gli animali che scappano dalle fiamme e si rifugiano stremati nelle zone attigue salvate, potranno così continuare ad essere impallinati poiché il divieto decennale previsto da una Legge del 2000 è collegato alla realizzazione del catasto degli incendi che a distanza di ventuno anni non è stato mai realizzato.

Anche se è stato poi approvato un ordine del giorno che impegna il Governo “a valutare l’opportunità e la necessità di intervenire con la massima urgenza, con proprio provvedimento, all’adozione di tutte le misure necessarie per la tutela della fauna selvatica e la biodiversità in particolare a limitare, sospendere o vietare l’attività venatoria nei territori colpiti dagli incendi e dalla siccità”.

Grazie agli emendamenti proposti dalla LAV e fatti propri dai senatori e senatrici De Petris, Buccarella, Maiorino, Perilli, Gallone, Masini, Nugnes, Moronese e Giannuzzi, fra le altre firme, sono però stati approvati dei miglioramenti che concretizzano il principio legislativo ottenuto nel Codice della Protezione Civile 1 del 2018 che ha, su nostra istanza, compreso il salvataggio degli animali fra le attività da compiere in emergenza.

LAV ha ottenuto che ora per Legge:

-l’aggravante prevista dal reato di incendio boschivo, venga estesa nell’articolo 423-bis del Codice penale, anche nel caso in cui venga causato pericolo “a specie animali protette o su animali domestici”.

-la formazione del personale addetto alla lotta agli incendi, da parte del Dipartimento della Protezione Civile, debba  includere esplicitamente “le attività di messa in salvo degli animali coinvolti” e il Comitato tecnico che dovrà realizzarla, possa avvalersi anche “delle associazioni con finalità di protezione degli animali che hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa con il Dipartimento della Protezione Civile” fra le quali, quindi, la LAV.

-i dispositivi di videosorveglianza utili alla rilevazione dei focolai degli incendi, previsti dai Piani operativi nazionali approvati nell’ambito della programmazione dei fondi strutturali 2021/2027, debbano assicurare anche “l’incolumità degli animali”.

LAV inoltre chiede al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e ai Carabinieri Forestali che la prevista spesa per il rafforzamento della capacità operativa nelle attività di lotta attiva agli incendi, includa mezzi e attrezzature deputate al soccorso degli animali, così come lo chiede al Governo che è impegnato sul tema da un ordine del giorno accolto in Senato, “a valutare la possibilità di autorizzare il Ministero dell’Interno ed il Ministero della Difesa all’acquisizione di mezzi operativi funzionali al trasporto ed al soccorso degli animali coinvolti negli incendi boschivi”.

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Ecco i Senatori che hanno votato No o si sono astenuti (votazione n.19 https://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Votel/0371/vot_0.htm) sull’emendamento che avrebbe reso effettiva la chiusura della caccia per almeno una stagione venatoria, da parte delle Regioni e a seguito della dichiarazione dello stato d’emergenza, nelle zone colpite dal fuoco e nei Comuni limitrofi

NO

Autonomie: Bressa, Durnwalder, Laniece, Steger

Forza Italia: Aimi, Alderisi, Barboni, Bernini, Caliendo, Caligiuri, Cangini, Craxi, Damiani, De Poli, De Siano, Floris, Galliani, Gallone, Mallegni, Mangialavori, Messina Alfredo, Modena, Pagano, Papatheu, Perosino, Saccone, Sciascia, Serafini, Tiraboschi, Toffanin, Vitali

Fratelli d’Italia: Balboni, Calandrini, Ciriani, De Bertoldi, De Carlo, Drago, Fazzolari, Garnero Santanché, Iannone, La Pietra, Maffoni, Malan, Nastri, Petrenga, Rauti, Ruspandini, Totaro, Zaffini.

Italia Viva: Bonifazi, Carbone, Cucca, Faraone, Garavini, Grimani, Marino, Sbrollini

Lega: Alessandrini, Arrigoni, Augussori, Bagnai, Bergesio, Borghesi, Bossi Simone, Brizziarelli, Bruzzone, Campari, Candiani, Candura, Cantù, Casolati, Centinaio, Corti, De Vecchis, Doria, Faggi, Ferrero, Fregolent, Fusco, Grassi, Lucidi, Lunesu, Marin, Marti, Mollame, Montani, Nisini, Pazzaglini, Pellegrini, Pepe, Pergreffi, Pianasso, Pillon, Pirovano, Pittoni, Pizzol, Pucciarelli, Riccardi, Ripamonti, Rivolta, Romeo, Rufa, Salvini, Saponara, Siri, Testor, Tosato, Urraro, Vallardi, Vescovi, Zuliani

M5S: Evangelista, Pisani, Ricciardi

Misto: Berutti, Causin, Lonardo, Quagliariello

PD: Manca, Marcucci, Stefano, Taricco, Valente

ASTENUTI

Autonomie: Casini

Forza Italia: Dal Mas, Minuto

Misto: Bonino (+Europa), Richetti (Azione), Paragone (ItalExit)

PD: Biti, Boldrini, Collina, Comincini, D’Arienzo, Fedeli, Ferrari, Ferrazzi, Giacobbe, Iori, Laus, Margiotta, Messina Assuntela, Mirabelli, Parrini, Pittella, Rojc, Vattuone, Verducci, Zanda

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