L’esercito ucraino ha trovato una camera di tortura russa a Bucha con al suo interno alcuni cadaveri di uomini con le mani legate dietro alla schiena. I fatti sarebbero avvenuti nel seminterrato di un sanatorio per bambini chiamato ‘Radiant’. Lo riporta Ukrinform.
Il Cremlino non e’ al corrente del programma sulla prosecuzione dei negoziati tra le delegazioni di Russia ed Ucraina. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, in un briefing. Inoltre Peskov ha definito “un’altra provocazione” la recente notizia di una presunta strage di civili compiuta dall’esercito russo a Bucha, nella regione di Kiev, evitando di commentare se questo possa influire negativamente sul processo negoziale.
La Russia respinge “categoricamente” le accuse che le truppe russe abbiano compiuto omicidi di massa ed esecuzioni sommarie a Bucha, la cittadina alle porte di Kiev. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha anche invitato i leader internazionali a non affrettarsi a giudicare, ad ascoltare la voce di Mosca e ha nuovamente chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
“Respingiamo categoricamente tutte le accuse”, ha detto il portavoce presidenziale durante il suo quotidiano briefing con la stampa. Peskov ha aggiunto che Mosca chiede una discussione sulla questione “al massimo livello” e per questo aveva chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ma secondo il ministero degli Esteri russo, il Regno Unito ha posto il veto alla richiesta russa. “I nostri diplomatici continueranno i loro sforzi per inserire la questione nell’agenda del Consiglio di sicurezza”, ha promesso Peskov, aggiungendo che e’ “una questione troppo seria”. A questo proposito, Peskov ha chiesto ai leader internazionali di “non affrettarsi con le dichiarazioni di condanna” e di “chiedere informazioni dalle varie fonti”; e che, come minimo, “ascoltino le nostre argomentazioni”. Le autorita’ ucraine hanno denunciato fosse comuni e crimini di guerra a Bucha, dove – secondo il ministro degli Esteri, Dmitro Kuleba- e’ avvenuto “il peggior massacro in Europa dalla seconda guerra mondiale”. Ma gia’ ieri il ministero della Difesa russo ha contestato le accuse, sostenendo che non c’e’ collimanza nei fatti ne’ nel calendario: secondo Mosca, tutte le unita’ russe lasciarono Bucha il 30 marzo, il giorno dopo il round negoziale tra le delegazioni, faccia a faccia, di Russia e Ucraina in Turchia; e il 31 marzo il sindaco di Bucha confermo’ che non c’erano piu’ soldati russi in citta’, “ma non ha mai detto che i locali erano stati fucilati per strada con le mani legate”.