Smart working, più 14%. Il futuro passa per casa?

23 Gennaio 2021
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 Nella prima meta’ del 2020 oltre il 14% dei lavoratori del settore privato non agricolo ha lavorato da remoto; nel 2019 era meno dell’1,5%. L’incremento ha riguardato soprattutto donne, lavoratori di grandi imprese e specifici settori a mansioni piu’ “telelavorabili” (in particolare informazione e comunicazione, nonche’ attivita’ finanziarie e assicurative). E’ quanto emerge da uno studio di Bankitalia pubblicato nella serie “Note Covid-19 – Il lavoro da remoto in Italia durante la pandemia”, che analizza i lavoratori del settore privato; le imprese del settore privato e le amministrazioni pubbliche. Lo studio evidenzia che il numero dei lavoratori interessati e’ cresciuto da meno di 200 mila a 1,8 milioni e in media i dipendenti in smart working hanno lavorato piu’ ore (6%) e hanno fatto meno ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG) rispetto a quelli che non hanno usufruito del lavoro da remoto.

Lo smart working e’ stato usato piu’ dalle figure manageriali e impiegatizie rispetto agli operai e piu’ dai diplomati e laureati rispetto a chi ha una licenza media o inferiore. Nell’ambito delle imprese del settore privato vi e’ una correlazione positiva, economicamente e statisticamente rilevante, tra il ricorso allo smart working e la quota di lavoratori che lo utilizzano da un lato e la telelavorabilita’ delle attivita’, la frazione di occupazione femminile, la retribuzione media e l’adozione di tecnologie cloud dall’altro. Il ricorso allo smart working ha consentito di limitare l’impatto negativo su produzione, fatturato e occupazione delle imprese, cio’ e’ avvenuto in maniera molto eterogenea, in quanto l’utilizzo del lavoro da remoto dipende da: tipo di attivita’ svolta, caratteristiche delle imprese, quali dimensione, dotazioni tecnologiche e infrastrutturali, capitale fisico e umano, esperienza sullo smart working maturata. Le imprese che utilizzano il lavoro da remoto sono aumentate dal 28,7% del 2019 all’82,3% del 2020. 

Le differenze tra aree geografiche e settori si sono ridotte rispetto al 2019. L’utilizzo dello smart working e’ aumentato soprattutto tra le imprese piu’ dinamiche e innovative (con retribuzioni medie piu’ alte, con manager piu’ giovani e pratiche manageriali piu’ moderne, appartenenti a gruppi esteri, che investono in tecnologie avanzate e con produttivita’ piu’ alta). I provvedimenti varati dal Governo per arginare il virus hanno portato a un forte utilizzo del lavoro a distanza nelle amministrazioni pubbliche. Secondo lo studio di Bankitalia, la percentuale di lavoratori che hanno lavorato da casa almeno una volta a settimana e’ passata dal 2,4% del 2019 al 33% del II trimestre 2020. A usufruire di piu’ del lavoro da remoto sono state le donne e i lavoratori piu’ istruiti. 

Photo by Bench Accounting

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