Pensioni, il Sud versa solo il 20% dei contributi. Il Nord copre entrate e uscite e paga per chi non versa. Altro che riforma del governo…

7 Novembre 2023
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Con una dote di 36,3 miliardi, il Sud del Paese contribuisce per l’anno di imposta 2021 al 20,74 per cento del gettito complessivo derivante dai versamenti Irpef. E’ quanto emerge dal settimo rapporto Cida-Itinerari previdenziali “La Regionalizzazione del Bilancio Previdenziale italiano. Entrate contributive e fiscali, spesa pubblica per welfare e tassi di copertura dal 1980 al 2021” presentato questa mattina al Cnel, che analizza, scomponendole anche per singole Regioni, le entrate contributive e fiscali che finanziano il welfare state italiano. Il dato che emerge dalla ricerca mostra come sul fronte previdenziale il Sud sia ancora molto indietro, considerando anche la popolazione, rispetto al resto del Paese, visto che il Nord contribuisce per 100,6 miliardi, pari al 57,43 per cento del totale, il Centro con 38,2 miliardi pari al 21,83 per cento del totale. Dato ancor più sorprendente se si considera che la Lombardia versa 40,3 miliardi di Irpef, vale a dire un importante maggiore dell’intero Mezzogiorno, che ne conta almeno il doppio.

 Osservando invece il rapporto fra entrate e uscite per i costi previdenziali, il rapporto evidenzia come il tasso di copertura nazionale sia all’80,45 per cento, mentre la media delle Regioni del sud si ferma a un livello nettamente inferiore, 62,25 per cento, con la Calabria che raggiunge un modesto 49,98 per cento per cento; poco meglio ma comunque sotto la media del Mezzogiorno anche Sicilia, Molise, Puglia e Basilicata (circa 60 per cento). 

Una situazione di squilibrio che permane se si analizzano anche, per l’anno 2021, il totale delle entrate contributive Inps relative al comparto lavoratori del settore privato. Su un totale di 148,58 miliardi, solo il 16 per cento, pari a 23,683 miliardi dalle 8 regioni del Sud. La Sicilia, seconda Regione, per versamenti, ad esempio, versa il 3,3 per cento del totale, rispetto al 26,9 per cento della Lombardia. Anche in questo caso, per quel che riguarda le uscite, con 41,36 miliardi, il Sud spende circa il doppio di quanto incassato. La ripartizione per macroaree non presenta grandi variazioni rispetto agli anni precedenti, “segnale – spiega Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali – di una situazione statica che caratterizza soprattutto le regioni del Mezzogiorno che, inoltre, hanno beneficiato di elevate forme di assistenza e defiscalizzazione degli oneri sociali”.

L’analisi delle prestazioni temporanee mostra, infatti, un ulteriore deterioramento della situazione produttivo-occupazionale evidenziato dall’uso intensivo di ammortizzatori sociali, come disoccupazione agricola e non agricola, Cig nelle sue varie forme, NASpI e indennita’ di maternità’ e malattia”. Inoltre nonostante il tasso di occupazione nel Nord (68,1 per cento) sia di 21,4 punti superiore a quello del Mezzogiorno (46,7 per cento) e il tasso di disoccupazione nelle regioni meridionali (14,3 per cento) sia quasi tre volte quello del 4 Nord (5,1 per cento al primo trimestre 2023), il Sud assorbe la stessa percentuale di prestazioni temporanee del Settentrione. e maternita’ e consuma oltre la meta’ delle integrazioni salariali agricole (2,9 miliardi su un totale Italia di 5,4); la Sicilia riceve per NASpI, disoccupazioni e integrazioni salariali, 1,4 miliardi ed e’ seconda per trattamenti di famiglia. Guardando sempre al solo settore privato Inps, il rapporto evidenzia come il saldo tra entrate e uscite per il 2021 presenta un disavanzo complessivo di 33,96 miliardi, comunque inferiore al 2015 quando era di 42.124 miliardi. Nel dettaglio, pero’, il Mezzogiorno peggiora e assorbe il 52,06 per cento dell’intero deficit annuale per 17,68 miliardi (assorbiva il 49,89 per cento nel 2015 con un disavanzo di 21 miliardi). 

 Entrando invece nel dettaglio delle prestazioni erogate, al Sud prevalgono carriere lavorative discontinue, spesso assistite (prestazioni di sostegno al reddito, giornate ridotte in agricoltura), con periodi di lavoro irregolare e con basse contribuzioni le Pensioni di anzianita’ pesano per il 21,6 per cento. Fra l’altro al Sud, con il 33,7 per cento della popolazione residente, tendino a prevalere le prestazioni di natura assistenziale ( Pensioni /assegni sociali, invalidità civili, etc) che rappresentano poco meno di un terzo delle Pensioni meridionali in pagamento un bel 2021: il 30,5 per cento del totale, contro il 13,3 per cento registrato dal Nord e il 21 per cento dal Centro. Infine il 45,6 per cento delle prestazioni assistenziali si concentra nel Mezzogiorno; il 54,2 per cento di Pensioni di invalidità’ e’ erogato al Sud. Ancora più sbilanciata, se possibile, la distribuzione territoriale di Pensioni e reddito di cittadinanza: il 59,8 per cento dei beneficiari al 2021 risiedeva al Sud che, di conseguenza, assorbe il 66,3 per cento della spesa sostenuta, pari a circa 8.827 miliardi. 

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