Il dato peggiore degli ultimi 40 anni. L’inflazione somiglia a quella che colpiva il potere d’acquisto nel 1983. L’Istat fornisce tutti i dati.
Aumento su base mensile dello 0,3% e dell’8,9 su base annua (8,4% il mese prima di settembre).
Anche si dati parlando di stime al ribasso, dall’11,1 al 10,9%, il quadro dei prezzi è li a parlare quando andiamo a fare la spesa. la mano si allunga per prendere un prodotto, poi lo rimette al suo posto. Buona parte dei beni di consumo e di prima necessità sono inavvicinabili.
Ammette l’Istat che “Bisogna risalire ad agosto 1983 (quando fu pari a +11,0%) per trovare una crescita dei prezzi del “carrello della spesa”, su base annua, superiore a quella di settembre 2022 (+10,9%)”.
Inoltre, “L’ulteriore accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei Beni alimentari (la cui crescita passa da +10,1% di agosto a +11,4%) sia lavorati (da +10,4% a +11,4%) sia non lavorati (da +9,8% a +11,0%) e a quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +5,7%)”. Ce ne siamo accorti. Gli stipendi non cambiano. La spesa sì. A parte litigare sui ministeri, del potere d’acquisto ne vogliono parlare sul serio?