di Marcus Dardi – La tanto desiderata ripresa economica resta ancora una chimera.
Se la produzione industriale lamenta un calo del 13%, le vendite, per merito delle restrizioni, sono crollate di oltre il 40%.
A dirlo non sono gli sfoghi su FB dei cittadini esasperati, ma è il Centro Studi di Confindustria.
Nella più totale incertezza, in aggiunta alle restrizioni, la paura domina i sentimenti delle persone e la tendenza al risparmio si accentua ancor di più. La ripresa economica è quindi prevista o, in base ai punti di vista, sperata, solo per la seconda metà dell’anno.
Chi ha fede si rivolge al cielo, mentre gli economisti sperano nei vaccini e nella tanto invocata immunità di gregge. Il dato oggettivo è che la crisi economica e occupazionale non accenna a diminuire.
Sempre il Centro Studi di Confindustria invoca un allentamento delle restrizioni dovute alla pandemia per stimolare la domanda, far diminuire l’ansia, la paura e quindi liberare le risorse risparmiate per incrementare i consumi.
Appare sempre più evidente che chi sosteneva e sostiene che la crisi economica era ed è forse ancor più grave del virus circolante, non ha mai parlato a vanvera.
E’ ora che tutte le istituzioni prendano in mano la situazione tenendo conto anche del parere degli economisti senza più pendere solo dalle labbra dei virologi.