Bonomi: Politica dia attenzione al settore dei media. Ora siamo alla quinta rivoluzione industriale

30 Novembre 2023
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“Credo che tutti i broadcaster, tv, radio, e anche le tv commerciali hanno una componente di informazione molto importante. Per fare questo c’è necessità di investire nelle nuove tecnologie, lo vedo nel piccolo al Sole 24 Ore quanto è fondamentale e proseguire nell’opera di investimento”. Lo ha detto Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ai 10 anni di Confindustria Radio Televisioni. “Se penso ai grandi gruppi Tv, vedo che c’è necessità di continuare a investire per migliorare la qualità, l’innovazione. Chiedo attenzione alla politica – e su questo volevo testimoniare l’attenzione che il sottosegretario Barachini ha sempre dimostrato su questi temi – forse dovrebbe essere patrimonio comune di tutta la politica questa attenzione ai media, non solo quando li si considera amico o nemico”.

“Si cerca di dire che siamo in un periodo di crisi permanente”, ma, in realtà “stiamo vivendo un momento di grande trasformazione dei processi produttivi che hanno impatti sociali ed economici”. Dunque, “non è una somma di crisi, ma è una rivoluzione: la quinta rivoluzione industriale”. Afferma il presidente di Confindustria, sempre all’assemblea di Confindustria Radio Tv. 

Si parla di “tante crisi”, di “un periodo di crisi permanente”, del passaggio da una emergenza all’altra come cose “limitate nel tempo”, dai tassi, alle materie prime, allo shock energetico… La “riflessione” del leader degli industriali è che questo scenario “che stiamo vivendo” vada ora letto come “un momento di grande trasformazione dei processi produttivi che ha impatti sociali e politici. Non è una somma di crisi, qui c’è una trasformazione lunga nel tempo. Allora, se questa è la definizione, parlando stiamo di una rivoluzione e per me è la quinta rivoluzione industriale”.

E – prosegue – “le rivoluzioni portano con sé tre caratteristiche: colpiscono tutti, stanno colpendo tutti. Sono irreversibili: la transizione ambientale è ineludibile e irreversibile, non si può tornare più indietro. Sono imprevedibili: si vede fino a un punto e non sappiamo cosa poi accadrà”.

Strumenti come il Pnrr? “Dobbiamo trovare un metodo di lavoro completamente diverso anche perché abbiamo delle grandi occasioni, in questo momento, da sfruttare. Il Pnrr è uno degli strumenti di finanza pubblica più importanti che abbiamo avuto negli ultimi anni, per la dotazione finanziaria che porta con sé ma soprattutto come ho sempre dichiarato per la parte di riforme che si possono. Quelle riforme che questo Paese attendeva da quarant’anni e che non si riuscivano mai a fare perché si diceva che non c’erano le risorse. Le riforme costano. Oggi questa condizione la possiamo risolvere: le risorse ci sono. Possiamo risolvere quei colli di bottiglia che hanno ‘condannato’ questo paese ad un ventennio di crescita molto bassa rispetto ai nostri concorrenti. Tra il 2000 ed il 2019 se uno guarda i tassi di crescita del Paese, del Pil, sono molto bassi. Oggi noi possiamo invertire questo rotta perché queste riforme possono consentirci veramente di eliminare quel collo di bottiglia e darci le condizioni di competitività che hanno i nostri. partner, per esempio in Europa. Gli imprenditori italiani sono i più bravi per il mondo, vanno messi nelle condizioni di poter competere alla pari”.

E sull’impegno di Confindustria dalla metà del prossimo anno, ricorda, “toccherà al prossimo presidente, auguro a chi arriverà, veramente, un grande in bocca al lupo, perché sarà una stagione importante per il Paese nei prossimi anni. Lo diciamo spesso, ma questo sarà un momento di svolta perché in una rivoluzione riuscire a fare le cose giuste non è semplice”. 

Anche nel settore radio-tv l’Italia non riesce a fare sistema “mentre bisogna fare network, è importante ma dobbiamo confessare una pecca: anche nel nostro sistema di rappresentanza non sempre riusciamo a fare sistema, anche all’interno delle associazioni di categoria abbiamo una conflittualità di interessi” perché “dobbiamo coniugare diversi interessi: non è così facile”. 

“Lo chiediamo, ma molte volte dato il perimetro della nostra rappresentanza, facciamo fatica perché dobbiamo coniugare interessi divergenti, come nel caso dell’energia”.

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