Sono 2,2 milioni le famiglie italiane in povertà energetica (PE). Si tratta di 5 milioni di persone che nel 2021 vivevano in abitazioni poco salubri, scarsamente riscaldate d’inverno, poco raffrescate d’estate, con livelli di illuminazione scadenti e con un utilizzo molto contenuto dei principali elettrodomestici bianchi. I nuclei familiari più a rischio sono costituiti da un elevato numero di persone, si trovano in condizioni di disagio economico e le abitazioni in cui vivono sono in cattivo stato di conservazione. Così la Cgia in una nota.
Sebbene la spesa di famiglie e imprese per le bollette di luce e del gas sia in calo, l’incremento dei costi energetici rispetto al periodo pre-Covid rimane ancora molto elevato: se il prezzo medio del gas naturale nel 2019 era pari a 16 euro/MWh, ad agosto di quest’anno ha toccato i 34 euro (+112%). L’energia elettrica nel 2019 costava mediamente poco più di 52 euro/MWh, il mese scorso ha raggiunto i 112 euro (+115%). Dopo i picchi raggiunti nell’agosto 2022, i prezzi sono tornati a scendere, e oggi sono praticamente in linea con quelli che avevamo tra luglio e agosto 2021. Se non verranno prorogati gli aiuti messi in campo dal governo Meloni con la legge di bilancio 2023 – sottolinea la Cgia- dal prossimo mese di ottobre avremo un deciso aumento delle bollette, e a pagarne il conto saranno soprattutto le famiglie dei lavoratori autonomi: il 70% circa degli artigiani e dei commercianti lavora da solo, e moltissimi hanno pagato due volte l’impennata delle bollette di luce e gas negli ultimi due anni, la prima come utenti domestici e la seconda come micro imprenditori. Sebbene il rischio povertà o esclusione sociale delle famiglie in Italia sia diminuito, anche nel 2022 quelle con un reddito principale da lavoro autonomo presentavano un rischio pari al 19,9% del totale, contro il 17,2% delle famiglie con fonte di reddito principale da lavoro dipendente.
Credit foto alexander-schimmeck-k_-KlaENC-Q-unsplash