“Genitori, per favore, avvicinate i bambini e i figli giovani agli anziani anche quando sono malati e fuori di testa”. Così Papa Francesco, nel corso dell’udienza generale che si è svolta stamattina in piazza san Pietro, dove il Santo Padre ha incontrato pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.”Non allontanate gli anziani”, ha proseguito il Santo Padre. “E se non c’è altra possibilità di inviarli in una casa di riposo andateli a trovare e portate i bambini con voi”. Gli anziani “sono l’onore della nostra civiltà”.
“Onore e’ una buona parola per inquadrare questo ambito di restituzione dell’amore che riguarda l’eta’ anziana. Noi abbiamo ricevuto l’amore dei genitori, dei nonni, adesso noi restituiamo questo amore agli anziani, ai nonni. Noi oggi abbiamo riscoperto il termine ‘dignita”, per indicare il valore del rispetto e della cura della vita di chiunque. Dignita’, qui, equivale sostanzialmente all’onore. Onorare padre e madre, onorare gli anziani, e’ riconoscere la dignita’ che hanno”.
Continuando il ciclo di catechesi sulla vecchiaia, il Papa ha incentrato la sua riflessione sul tema “‘Onora il padre e la madre’: l’amore per la vita vissuta”. Pensiamo bene a questa bella declinazione dell’amore che e’ l’onore – ha sottolineato il Pontefice -. La cura stessa del malato, il sostegno di chi non e’ autosufficiente, la garanzia del sostentamento, possono mancare di onore. L’onore viene a mancare quando l’eccesso di confidenza, invece di declinarsi come delicatezza e affetto, tenerezza e rispetto, si trasforma in ruvidezza e prevaricazione. Quando la debolezza e’ rimproverata, e addirittura punita, come fosse una colpa. Quando lo smarrimento e la confusione diventano un varco per l’irrisione e l’aggressivita’”. “Puo’ accadere persino fra le pareti domestiche, nelle case di cura, come anche negli uffici o negli spazi aperti della citta’”, ha avvertito Francesco, secondo cui “incoraggiare nei giovani, anche indirettamente, un atteggiamento di sufficienza – e persino di disprezzo – nei confronti dell’eta’ anziana, delle sue debolezze e della sua precarieta’, produce cose orribili. Apre la strada a eccessi inimmaginabili”. “I ragazzi che danno fuoco alla coperta di un ‘barbone’, lo abbiamo visto, perche’ lo vedono come uno scarto umano – e tante volte pensiamo che i vecchi sono lo scarto, o li mettiamo noi allo scarto -, sono la punta di un iceberg, cioe’ del disprezzo per una vita che, lontana dalle attrazioni e dalle pulsioni della giovinezza, appare gia’ come una vita di scarto. Scarto e’ la parola: disprezzare i vecchi e’ scartarli dalla vita, metterli da parte, buttarli giu'”. “Questo disprezzo, che disonora l’anziano, in realta’ disonora tutti noi – ha aggiunto -. Se io disonoro un anziano disonoro me stesso”. E “questo disonore” “grida vendetta al cospetto di Dio”