Dopo il post delle polemiche sulla strage di Bologna, in cui afferma di “sapere per certo” che gli ex Nar “non c’entrano nulla” con l’attentato del 2 agosto 1980, Marcello De Angelis resta al suo posto come responsabile della comunicazione Istituzionale della Regione Lazio. Almeno per il momento. Il presidente Francesco Rocca, infatti, prende tempo annunciando che “valutera’ con attenzione nei prossimi giorni il da farsi”, solo dopo averlo incontrato: “ha parlato a titolo personale”.
Dal canto suo De Angelis non arretra, anzi questa mattina rilancia quanto scritto e difende il diritto di esprimere il suo pensiero: “Se dovro’ pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso”, scrive ancora su Facebook. Il primo post di De Angelis, invece, risale a ieri, pochi giorni dopo il 43esimo anniversario dell’attentato alla stazione centrale, in cui afferma di conoscere la “verita’” sui fatti avvenuti il 2 agosto del 1980. Per la strage in cui persero la vita 85 persone e 200 rimasero feriti, sono stati condannati in via definitiva tre ex Nar (Nuclei armati rivoluzionari): Valerio Fioravanti e Francesca Mambro all’ergastolo, Luigi Ciavardini, diventato poi cognato dello stesso De Angelis, un 30 anni. Ma secondo il responsabile della comunicazione, gli ex Nar sono innocenti. Solo pochi giorni fa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel 43esimo anniversario dell’attentato, ha sottolineato “la matrice neofascista” della strage, accertata nei processi. Il caso tiene banco e diventa nazionale, con le opposizioni che attaccano duramente e chiedono a gran voce le dimissioni di De Angelis .
Dal Pd al M5s, da Alleanza Verdi-Sinistra a Italia Viva-Azione si sollecita un intervento del governatore Francesco Rocca e una presa di distanza del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia. Inoltre, dopo che la protesta dell’Anpi viene annullato anche un evento a Montauro, in provincia di Catanzaro, a cui avrebbe dovuto partecipare De Angelis. “Al fine di evitare ogni polemica e strumentalizzazione di alcun genere, l’evento previsto per questa sera e’ annullato”. spigano gli organizzatori. Cosi’ la bufera che ha investito De Angelis , porta il presidente Rocca a intervenire. De Angelis “ha parlato a titolo personale, mosso da una storia familiare che lo ha segnato profondamente e nella quale ha perso affetti importanti – sostiene Rocca -. Si e’ espresso sulla sua pagina Facebook da privato cittadino e non nella sua carica istituzionale”.
Rocca poi precisa: De Angelis “ha un ruolo tecnico per il quale e’ stato scelto vista la sua pluriennale esperienza professionale e che non ha nulla a che fare con l’indirizzo politico dell’Istituzione che mi onoro di rappresentare – sottolinea -. Essendo il dialogo il faro del mio operato, valutero’ con attenzione nei prossimi giorni il da farsi, solo dopo aver incontrato Marcello De Angelis “.
Rocca, inoltre, non si e’ preso solo il giusto tempo per poter riflettere e incontrare De Angelis, ma ha incontrato anche il tema scottante delle stragi durante gli anni di Piombo. “Partiamo dal fatto che le sentenze si rispettano e, vista la mia professione di avvocato, non posso che ribadire questo – ha aggiunto il governatore -. La stagione delle stragi in Italia, di cui Bologna e’ stato l’episodio piu’ straziante, e’ ancora una ferita aperta per il nostro Paese. La bomba del 2 agosto mirava a sovvertire l’ordine democratico ei valori costituzionali a noi tanto cari. Una pagina di storia dolorosa e segnata da presenze e ombre inquietanti”. Ma il rispetto per le sentenze, secondo Rocca “non esime dalla capacita’ e volonta’ di ricerca continua della verita’, specialmente su una stagione torbida dove gli interessi di servizi segreti, apparati deviati e mafia si sono incontrati”. Rocca si dice convinto che “chi rappresenta le Istituzioni abbia il dovere di denunciare, in prima battuta, l’orrore per il gesto e rispettare il dolore per le vittime, esprimendo solidarieta’ ai familiari e condannando la violenza. Cosa che, come ogni anno anche in altre vesti, ho fatto sentitamente e non per circostanza”, concludono. De Angelis , va ricordato, e’ stato nominato dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, responsabile della comunicazione. E come altri dello staff, ha lavorato anche nella Croce Rossa di cui lo stesso Rocca e’ stato presidente. Inoltre, e’ stato anche deputato e senatore. In gioventu’, De Angelis , ha militato in gruppi di estrema destra.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi non vuole entrare nella disputa circa la rivendicazione d’innocenza a nome dei condannati per la strage di Bologna da parte di Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio. “Ho piu’ volte detto potrebbero che la matrice accertata e’ quella riferita esclusivamente alla verita’ giudiziaria, che ci ha consegnato una responsabilita’ incontrovertibile di personaggi militanti nel terrorismo neofascista di quegli anni”, ha detto il titolare del Viminale in un’intervista al “Corriere della Sera”. “Ho fatto chiaramente riferimento alla verita’ giudiziaria. Ogni strumentale polemica su questo argomento e’ opera di chi pretende di avere l’esclusiva dell’indignazione rispetto a una delle pagine piu’ dolorose e vergognose della nostra storia. Ognuno di noi ha una storia pluridecennale che parla da se'”, ha spiegato.
Secondo il capo dello Stato si deve ancora cercare la verita’. “Ci sono dei processi in corso con l’obiettivo di completare il quadro dei depistaggi, delle complicita ‘ e di eventuali mandanti. Ogni ulteriore operazione tendente ad eliminare ogni residua zona d’ombra e’ utile e opportuna”, ha aggiunto sottolineando che al Viminale “abbiamo desecretato decine di migliaia di documenti riservati, tutto il materiale relativo agli anni del terrorismo. Ogni sforzo possibile per giungere alla definizione completa del mosaico deve essere intrapreso. Lo dobbiamo alle vittime e ai loro familiari”.
Sul caso di dossieraggio denunciato dal ministro Crosetto, Piantedosi ha affermato che “i meccanismi di verifica e tracciamento dell’utilizzo delle informazioni contenute in importanti banche dati “sono a disposizione degli apparati dello Stato sono in ogni caso efficaci – ha chiarito -. La stessa vicenda di cui parliamo sembra dimostrare che e’ impossibile non lasciare traccia di accessi a queste informazioni. Ma e’ importante capire cosa abbia motivato questi accessi e che tipo di utilizzo ne e’ stato fatto. Piu’ in generale, probabilmente una maggior garanzia potrebbe derivare da un rafforzamento della prevenzione per l’utilizzo corretto di informazioni sensibili”.
Il ministro, infine, ha pero’ escluso che ci possano essere intrusioni a fini politici alle prossime europee: “Lo escludo. Saranno gli elettori a decidere chi votare e lo faranno esclusivamente sulla base di programmi e candidature. L’intelligenza e la maturita’ degli italiani sono piu’ forti di qualsiasi tentativo di indebito condizionamento”.