La moglie di David Rossi: Suicidio? No, custodiva segreti

23 Dicembre 2021
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”Avevamo semplicemente ascoltato quello che i magistrati ci avevano detto. Davanti a tutti quegli elementi, che motivo avevo io di diffidare dei magistrati? Ero travolta da un dramma”. Antonella Tognazzi, moglie di David Rossi, il capo della comunicazione di Mps che la sera del 6 marzo 2013 precipitò dal terzo piano di Rocca Salimbeni, a Siena, sede della banca, dove aveva il suo ufficio, spiega così, in un’intervista al Corriere della Sera, il fatto di aver creduto all’ipotesi di suicidio del marito. Al termine di due inchieste e migliaia di pagine tra documenti e testimonianze, ”si parla di prove inquinate – afferma – Provo rabbia. Il mio David non si è suicidato. Custodiva segreti”. La Tognazzi elenca i suoi dubbi: ”La prima volta fu nel leggere questa presunta lettera di addio, che i pm mi mostrarono: ‘Ciao Toni… Amore, scusa’. David non mi aveva mai chiamato Toni. Mi chiamava Antonella e basta. E mai ‘amore’, nemmeno ‘scusa’, parola che non diceva mai pure quando ammetteva un errore. Poi iniziarono a dissequestrare gli apparecchi informatici di David. Mia cognata, Chiara Benedetti, ingegnere informatico, iniziò a lavorarci sopra. C’è una mail del 3 marzo, quella che David avrebbe inviato a Fabrizio Viola (allora amministratore delegato di Mps) scrivendo: ‘Stasera mi suicido sul serio. Aiutatemi!’. Perché nessuno ha risposto? Perché nessuno ha preso provvedimenti? In un caso del genere si allertano le forze dell’odine, anche per procurato allarme, si avverte la famiglia. È possibile una mancanza del genere da parte di chi dirigeva una banca così importante? Poi iniziammo a scartabellare tutti gli atti e iniziarono a non tornare le cose. A partire dal video in cui David cade dalla finestra, che all’inizio dà la convinzione che ciò sia avvenuto 16 minuti più tardi rispetto a quanto appurato”. 

Sui particolari rivelati dal colonnello dei carabinieri Paquale Aglieco in Commissione parlamentare, la Tognazzi dice di essersi “sentita come un leone in gabbia, tanta era la rabbia che avevo addosso. Questa persona sa tutte queste cose e le racconta dopo quasi 9 anni? Ha di fatto rivelato che l’ufficio di David, scena di un possibile crimine, sarebbe stato inquinato dai pm, maneggiando varie cose prima dell’intervento della Scientifica. E uno di loro, Nastasi, avrebbe addirittura risposto al telefono di mio marito, su cui stava chiamando l’onorevole Daniela Santanché. Perché Aglieco avrebbe dovuto dire queste cose? Era evidente che si stesse tirando addosso un problema”. Sugli ipotetici festini con sesso e droga e sull’ipotesi che potesse rivelare i nomi di chi vi partecipava, la moglie afferma di temere che ”David custodisse informazioni molto sensibili, specie per il ruolo nevralgico che ricopriva in una città come Siena. Potrà riposare in pace – dice ancora – quando gli verrà resa giustizia e verrà riconosciuto che persona era David. Lo hanno fatto passare da tutto. E qualora si fosse voluto togliere la vita, come dice sua mamma Vittoria, non lo avrebbe fatto certo in banca. Non sono mai andata al cimitero e non ci andrò mai – conclude – perché fa troppo male e perché so che David sosteneva che quando si muore si va in cielo”. 

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