Non solo le onoranze funebri, ma anche il trasporto di degenti non deambulanti. Erano le attivita’ per cui le persone arrestate dai carabinieri a Caltagirone nell’operazione ‘Requiem’, secondo la Procura, “depredavano le salme nelle camere mortuarie dell’ospedale e sabotavano” i concorrenti e, “con Onlus a loro riconducibili, monopolizzavano le attivita’ di trasporto dei degenti non deambulanti con ambulanze private”. Per l’accusa c’e’ stata “una ‘occupazione’ dell’ospedale” con “minacce di morte ed aggressioni, anche fisiche” del personale sanitario che, per l’emergenza Covid, aveva tentato di allontanarli dal pronto soccorso”.
I fatti si sarebbero consumati all’interno delle camere mortuarie dell’Ospedale ‘Gravina e Santo Pietro’ di Caltagirone.
Ecco i fatti narrati dai media. Impresa criminale. Un’organizzazione con minacce e violenze eliminava la concorrenza delle altre ditte di settore per accaparrarsi, nell’ospedale di Caltagirone, lo svolgimento dei servizi funebri e il trasporto di degenti non deambulanti. Gli indagati violavano le salme all’interno delle camere mortuarie, anche sottraendo i talloncini identificativi, persino a un feto in una occasione, sabotavano le attivita’ delle altre ditte con continui danneggiamenti e, attraverso alcune onlus a loro riconducibili, riuscivano a monopolizzare le attivita’ di trasporto dei degenti non deambulanti a mezzo di ambulanze private. Sono nove le persone arrestate dai carabinieri di Catania accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di illecita concorrenza con minaccia o violenza, violazioni di sepolcro, furti aggravati, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, minaccia, interruzione di un ufficio o servizio pubblico, nonche’ di minaccia a pubblico ufficiale ed istigazione alla corruzione.