“In Italia sta prendendo sempre più piede che in carcere si entra solo per essere puniti. In realtà il carcere esiste per migliorare e non per marcire li, fino a quando uno non muore o si procurerà la morte. Occorre che gli italiani si chiariscano le idee e capiscano che tutti possono migliorare”. Lo spiega il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, ieri durante la presentazione del suo libro ‘Storie di diritti e di democrazia – la Corte costituzionale nella società’ scritto con Donatella Stasio ed edito da Feltrinelli. Presentazione avvenuta a Palazzo di giustizia, ma ieri vietata dal Dap nel carcere di San Vittore. Un ‘no’ che ha creato polemiche, ma Amato preferisce tacere. “Quello che è successo è noto, credo che debbano commentare gli altri. I fatti si conoscono e sui fatti ognuno è libero di farsi un’opinione” spiega la coautrice. “Siamo rimasti sorpresi, esterrefatti e dispiaciuti. E’ importante che gli altri percepiscano quello che è successo e lo valutino”. Quanto all’ipotesi che l’evento in carcere possa tenersi più avanti replica: “Non lo so, questa cosa della riprogrammazione l’abbiamo appresa ieri con la nota serale, vediamo”. “Creare in tempi così difficili di politica radicalizzata e di rischio per le corti, se superano il confine di essere immediatamente messe alla gogna come partigiane politiche, è un tema angoscioso ed è una difficoltà di fronte alla quale ci siamo trovati e davanti alle quali sono convinto che la Corte ha fatto o fa il possibile per raggiungere il massimo di ciò che può fare”, afferma.
La sferzata di Giuliano Amato dopo il divieto di presentazione del suo libro a San Vittore: In carcere si va per migliorare, non per marcire
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