“E’ diventata come un tiramolla, l’autonomia. Non serve agitare continuamente questa sorta di madonna pellegrina per riscaldare gli animi del Nord. E’ un pannicello caldo, svuotato di senso. Alziamo di nuovo i ltiro e rilanciamo l’idea della secessione, dell’indipendenza del Nord da Roma”. Lo dicono a caldo, osservando franare la Salvini Premier l’onorevole Roberto Bernardelli e Monica Rizzi, rispettivamente presidente e responsabile organizzativo federale di Grande Nord.
“I commenti critici che vengono in queste ore postati sui social dai leghisti o dai trombati lasciano il tempo che trovano – proseguono Bernardelli e Rizzi -. Prima dov’era questa schiera di capitani coraggiosi? Perché non hanno contrastato a viso aperto il corso salviniano e sono rimasti fino all’ultimo a nel progetto di “Prima gli italiani”? Noi affermiamo da tempo che la questione settentrionale è la questione politica madre di tutte le battaglie. Al voto infatti abbiamo visto solo la vecchia contrapposizione Roma-Polo e Roma Ulivo, per usare un termine che anni fa illustrava perfettamente il vero quadro politico. Destra e sinistra, rispolverate. Lo diciamo da sempre, anche se poi qualcuno lo scopre solo ora. Che il dualismo sia tra il Nord e il Sud è evidente, Grande Nord è nato proprio per questo 5 anni fa, per ricostruire dalle macerie e per rivendicare in modo netto che si è partito di territorio, l’unico sindacato del Nord che è fuori dagli schemi e che ha il coraggio di parlare senza scheletri negli armadi. Il Nord si svegli e riprenda in mano il suo futuro”.