Il riferimento al Pil come criterio per distribuire i vaccini tra le regioni non si riferisce alla “ricchezza” di un territorio (e quindi dei suoi abitanti) ma al numero delle sue imprese e quindi alla capacità di favorire “un riavvio del motore economico del Paese”. E’ quanto si precisa dall’assessorato al Welfare a proposito della questione del contributo al Pil in base al quale rivedere l’approvvigionamento dei vaccini, proposta avanzata da Letizia MORATTI che ha sollevato alcuni dubbi tra le forze di opposizione in Lombardia. La lettera che il neo-assessore invierà a breve al commissario Domenico Arcuri contiene sì la richiesta di quattro nuovi parametri per l’approvvigionamento di dosi – mobilità, incidenza della pandemia, densità della popolazione e Pil – ma l’ultimo punto, il più controverso, farebbe riferimento, spiegano dall’assessorato, alla densità delle attività produttive in una Regione. Una distribuzione dei vaccini capace di farle ripartire a pieno ritmo sarebbe funzionale a migliorare lo stato di salute dell’economia di tutto il Paese.
Lombardia, Moratti: priorità vaccino in base al Pil
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