di Marcus Dardi – Con Verdi i gitani diventano poesia… Vedi le Fosche!
Nel Trovatore di Giuseppe Verdi, scritto nel 1853, vi è un coro ricco di una musicalità e di un’intensità così coinvolgente che non poteva che rimanere impresso nella storia della musica.
Si tratta del coro degli zingari dal titolo “vedi le fosche notturne spoglie”.
Questo coro viene cantato nella prima scena della seconda parte.
Molti registi d’opera si sono sbizzarriti ad abbellire questo coro con scenografie davvero eclatanti. I martelli che battono sugli incudini diventano uno strumento al pari dei violini e dei fiati, i costumi degli zingari diventano una bellissima macchia di colore e il mondo gitano, sfidando il sentir comune, diventa persino poetico.
L’opera è lunghetta, dura ben IV atti, ma è ricca di colpi di scena e di musiche indimenticabili, inoltre fa parte della famosissima trilogia popolare di Verdi.
L’opera “Il Trovatore” è ambientata tra Saragozza e la zona della Biscaglia, in Spagna all’inizio del XV secolo.
TESTO
Vedi! le fosche notturne spoglie
De’ cieli sveste l’immensa volta;
Sembra una vedova che alfin si toglie
I bruni panni ond’era involta.
All’opra, all’opra! Dagli! Martella!
Chi del gitano i giorni abbella?
Chi del gitano i giorni abbella
Chi, chi , i giorni a-bbe-e-lla
Chi del gitano, i giorni abbella
La zingarella.
Oh guarda del sole un raggio
brilla piú vivido nel tuo bicchiere!
All’opra, all’opra!
Chi del gitano i giorni abbella?
Chi del gitano i giorni abbella
Chi, chi , i giorni a-bbe-e-lla
Chi del gitano, i giorni abbella
La zingarella