Le elezioni amministrative nel Regno Unito hanno premiato Boris Johnson e i conservatori al governo, dato nuovo slancio agli indipendentisti in Scozia e regalato un unico sprazzo di luce ai laburisti con la riconferma di Sadiq Khan a sindaco di Londra. Sono i risultati di una maxi tornata elettorale: al voto 48 milioni di cittadini per rinnovare 143 consigli comunali, i sindaci di 13 città e i parlamenti locali di Scozia e Galles. Gli scrutini dopo la chiusura delle urne, giovedì, sono proseguiti fino a tutto il weekend, molto lenti, a causa delle restrizioni per il Covid. Scarsi risultati per i laburisti il cui leader Keir Starmer ha già annunciato un rimpasto del governo ombra per ridare nuova vita al partito. Sconfitte pesanti soprattutto in Inghilterra: qui hanno perso alcune delle loro roccaforti, come Hartlepool, dove i conservatori non vincevano da 50 anni e dove Boris Johnson si è precipitato a congratularsi con Jill Mortimer, prima conservatrice eletta dagli anni Settanta. “Il risultato di queste elezioni in Gran Bretagna mostra che il nostro Paese, e perfino le nostre città, restano profondamente divise”, ha ben riassunto Sadiq Khan, festeggiando la sua vittoria per la seconda volta a sindaco di Londra, una vittoria molto importante per il Labur e per Khan, paladino dei diritti civili, figlio di immigrati pakistani, primo musulmano a guidare una grande città occidentale. Dall’altro lato, le preoccupazioni per Boris Johnson arrivano invece dalla Scozia dove lo Scottish National Party di Nicola Sturgeon ha trionfato, seppur non conquistando per un solo seggio la maggioranza assoluta, rilanciando con forza la questione di un nuovo referendum di indipendenza dal Regno Unito. La premier scozzese, dopo una campagna elettorale tutta giocata sull’indipendenza e il riavvicinamento all’Unione Europea, ha assicurato che il governo di Londra non può sottrarsi: non è questione di se tenere il referendum o meno, ma di quando.
Referendum Scozia, Sturgeon: Non è questione di se ma di quando
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