di Luigi Basso – Ieri il Governatore della Liguria ha annunciato di aver emanato l’ennesima ordinanza presidenziale (si vede che ci ha preso gusto, dopo le decine di ordinanze del periodo dell’emergenza di Covid 19) in relazione, questa volta, al problema drammatico della paralisi della mobilità su strada, in Liguria.
Con l’ordinanza, il Governatore avrebbe ordinato (illegittimamente, perché non ne ha il potere giuridico) al Concessionario ed al Concedente delle Autostrade di rivedere (in modo generico ed indeterminato, quindi invano) il piano delle ispezioni e delle manutenzioni della rete autostradale ligure.
Il ragionamento di Toti è completamente fuori da ogni minima regola logica e molto pericoloso per l’incolumità delle persone.
Va premesso che, certamente (lo capirebbe un bambino) se oggi Autostrade e Ministero varano un piano di ispezioni e manutenzioni che terrà la Liguria bloccata per anni, ci sono imperdonabili responsabilità omissive stratificate nei decenni: indagare e punire i responsabili è compito della Magistratura ed in ogni sistema istituzionale ordinato, ognuno fa il suo mestiere.
Ma ciò detto, è evidente che l’interesse delle persone è quello di percorrere un’Autostrada sicura e garantita, certificata e “col bollino blu”.
Invece il Governatore Ligure dichiara che le ispezioni ed i piano ministeriali e del Concessionario vanno spalmati e diluiti per consentire la viabilità per non danneggiare il turismo e l’economia.
Immaginiamo i turisti come saranno rincuorati dal sapere che le corsie sono libere perché i controlli sono rinviati all’autunno.
Un Governatore padrone della situazione dovrebbe invece chiedere che i controlli siano fatti tutti ed al più presto, perché la sicurezza dei suoi concittadini è importante più del turismo, e semmai pretendere forme adeguate di risarcimento per i liguri: condono fiscale e trasferimenti immediati.
Invece, Toti fa le ordinanze nulle ed illegittime, perde tempo e gioca con la sicurezza delle strade.
E’ troppo: ci sono i presupposti previsti dall’art. 126 della Costituzione per la sua rimozione.
Photo by Alexander Schimmeck