Pagliarini: Italia e Corea del Sud, due territori gemelli. Ora vi spiego perché loro sono fuori pericolo e noi no

18 Marzo 2020
Lettura 2 min

di Giancarlo Pagliarini – Domenica 8 Marzo il Covid – 19 aveva contagiato 7.134 cittadini della Corea del Sud. Alla stessa data i nostri concittadini contagiati erano molti meno: erano 5.883.
Una settimana dopo, la sera di domenica 15 Marzo, gli italiani contagiati erano aumentati del 260% ed erano saliti a 21.157. Nella Corea del Sud l’aumento era stato solo del 14% ed i sudcoreani contagiati erano saliti a 8.162.


La fonte di questi numeri è WHO, la World Health Organization (Organizzazione Mondiale della Sanità) che pubblica ogni giorno una “Situation Report” sul virus COVID – 19.


Domenica 8 marzo le vittime italiane della COVID – 19 superavano già i decedute sudcoreani: come vedete nella tabella gli italiani deceduti fino all’8 Marzo erano 234 e i sudcoreani 50.


Ma quello che è successo nella settimana da domenica 8 Marzo a domenica 15 Marzo è davvero sconvolgente: i miei concittadini deceduti sono stati 1.207 . Nella Corea del sud 25.


Eppure Italia e Corea del Sud si somigliano! Guardate la tabella allegata.
Gli abitanti sono quasi uguali: noi 60 milioni e loro 51.
Il nostro Pil è l’ottavo del mondo e il loro è l’undicesimo.
Anche il PIL pro capite, corretto per considerare il potere d’acquisto , è abbastanza uguale: noi siamo i 33esimi al mondo con i nostri circa 38 mila dollari, e loro sono i 30esimi, con quasi 40 mila dollari.


Le differenze enormi sono nella sanità.
Sono riuscito a esaminare 10 anni per l’Italia, dal 2007 al 2017 e 10 anni per la Corea del sud, dal 2002 al 2012.
Da noi il numero di ospedali è diminuito, da 1.197 a 1.000. Da loro il numero è aumentato moltissimo, da 1.185 a 3.048. Come conseguenza i posti letto ogni mille abitanti da noi sono 3,2 (la media Ocse è 4,7, più del doppio dei nostri posti letto, ed in Germania ne hanno 8,1) mentre in Corea del Sud sono addirittura 12 ogni mille abitanti.
Come mai? Da noi non c’è mercato e gestisce tutto lo Stato. In Corea del Sud no. Li la sanità la paghi. Si chiama “fee for service”. Lo Stato non gestisce direttamente la sanità. Lo stato con una assicurazione per i cittadini paga una quota del servizio che i cittadino “comprano” e pagano. Per loro la sanità è un servizio e i cittadini quando comprano questo servizio lo pagano. Per la parte che non è coperta dalla assicurazione statale i cittadini sudcoreani si fanno delle assicurazioni.

Il costo medio delle assicurazioni integrative che i cittadini comprano e pagano è di circa 120 dollari al mese (molto molto meno del nostro reddito di cittadinanza). Tra le assicurazioni c’è una sana concorrenza e la concorrenza (parola sconosciuta da noi) genera sempre efficienza.
In questo modo ci sono tanti ospedali e tanti posti letto.


Si sono fatti (e si sono pagati) i tamponi, si identificano tutti i portatori del virus, anche se non hanno nessun problema, e loro nella Corea del Sud non hanno potuto girare a infettare come è successo da noi. E come succede ancora adesso in UK.


Morale: da noi lo Stato gestisce direttamente la sanità. Nella Corea del sud lo Stato gestisce poco la sanità. Li i servizi si pagano (poco , non come da noi, perché li c’è concorrenza) e i cittadini sono più responsabilizzati. In due territori quasi gemelli nella settimana da domenica 8 a domenica 15 Marzo in Italia le vittime del COVID – 19 sono stati 1.207 e nella Corea del sud 25.

Photo by Diego Morales

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