Migranti. Dopo Sunak, Meloni e l’accordo con Berlino. Spiazzati i sovranisti amici di Salvini

7 Ottobre 2023
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 Il disgelo con la Germania e, allo stesso tempo, la mano tesa a Polonia e Ungheria (“capisco le loro posizioni”) contrarie piu’ che mai al Patto sulla migrazione e l’asilo: Giorgia Meloni si muove tra una ricucitura e uno strappo nei corridoi del palazzo dei congressi di Granada. 

La premier lascia il summit “soddisfatta” al termine di un lungo Consiglio informale europeo monopolizzato dal dossier migranti. “Scholz e’ consapevole del fatto che la strategia proposta dall’Italia e’ l’unica che può essere efficace. Mi ha detto che bisogna andare avanti”, dice dopo il faccia a faccia con il cancelliere tedesco. Dimensione esterna, lotta comune ai trafficanti e partenariati con gli Stati africani, sul modello della Tunisia, Meloni su cui il consenso “e’ unanime” tra i Ventisette. E prima di lasciare il vertice un accenno anche alle domande italiane: il video sulla giudice Apostolico? “Non e’ dossieraggio. Era a una manifestazione in prima fila” osserva Meloni replicando ai giornalisti per poi definire “legittime” le domande sul pregiudizio o meno del magistrato nel decidere di non convalidare il trattenimento a Pozzallo di quattro migranti. 

“Oggi ci troviamo in un Consiglio europeo in cui 27 Paesi sono d’accordo sul fatto che la priorita” e’ fermare la migrazione illegale a partire dalla dimensione esterna” sottolinea il premier. Intanto Orban e Morawiecki (con cui c’e’ stato un bilaterale) ‘amici politici’ di Melonipuntano il dito contro il Patto sui migranti (“siamo vittime di uno stupro giuridico” accusa il leader ungherese) perche’ – lamentano – si sta procedendo a maggioranza qualificata anziche’ all’unanimita’. Tanto che nella dichiarazione finale del vertice e’ stata stralciata la parte sui migranti oggetto, a sua volta, del testo del presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. Uno strappo che non scompone la premier italiana perché’, questo il suo ragionamento, si consuma nel vecchio’ paradigma della dimensione interna e non sulla lotta ai trafficanti, ‘cuore’ della strategia del governo: il no dei due Paesi “e’ una cosa – sottolinea – che comprendo perfettamente ma non pregiudica il lavoro che stiamo facendo. L’Italia ha votato il Patto sulle migrazioni e l’asilo perché le nuove regole sono per noi migliori delle precedenti. Ma per noi la redistribuzione non e’ la priorita’. Le posizioni tra Italia, Polonia e Ungheria sono diverse perché sono diverse le condizioni geografiche”. L’asse con Sunak – quindi il perimetro allargato anche a Paesi extra Ue – e la ritrovata sponda con Berlino: sono i due fattori che hanno caratterizzato l ‘azione della Meloni nella due giorni spagnola. 

credit –  Immagini messe a disposizione con licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT

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