di Roberto Gremmo – Si celebra il trentennale della ‘discesa in campo’ di Berlusconi e della nascita di Forza Italia, un evento che rivoluzionò la vita politica italiana.
Ricordo bene quei giorni, perché effettivamente la crisi dei vecchi partiti e la ricerca di nuove strade fecero nascere un soggetto politico dal sicuro avvenire. Non era difficile prevedere che avrebbe raccolto molti consensi popolari, anche solo per il nome, che echeggiava già dappertutto, urlato a squarciagola dopo ogni vittoria sportiva. Averlo scelto fu una decisione semplicemente geniale.
Approfitto dell’anniversario per ricordare che in quell’occasione ci fu invece un rifiuto a scendere in campo, preferendo restare coerente con le proprie idee che salire sul carro pdi un sicuro vincitore.
Una scelta che fece una sola persona, Anna Sartoris.
Eletta nel Consiglio Regionale del Piemonte e unica rappresentante del gruppo consiliare “Piemont Union Autonomia”, Anna Sartoris venne contattata riservatamente da un emissario di Berlusconi che le chiese caldamente di far parte dei promotori del nuovo, promettente progetto.
Per una importante ragione: a Forza Italia stavano per aderire, come poi fecero, due consiglieri socialdemocratici, entrambi assessori e che, per regolamento, non potevano essere capigruppo. Se l’esponente autonomista si fosse aggregata avrebbe assunto lei questo ruolo, rappresentando un gruppo consiliare governativo e di peso, con grandi prospettive politiche e personali.
Ero allora consigliere provinciale di “Piemont” ed anch’io sarei stato imbarcato nella nuova, promettente avventura.
Anna Sartoris non ci pensò un secondo e respinse l’offerta; disse no ad ulteriori richieste e quando di lì a poco “Forza Italia” sfondò portando in Parlamenti i suoi neofiti, terminato il mandato in Regione, tornò ai cani, a sopportarmi, orgogliosa di non aver tradito i propri ideali. Ci manca.