di Roberto Gremmo – Alle adesioni all’ iniziativa di Tosi da parte di ex leghisti delusi, com’era prevedibile, ha fatto subito riscontro una dura reazione di uno dei massimi dirigenti della Lega per Salvini Premier che su un sito d’informazione politica torinese ha definito “spericolata operazione” l’iniziativa, dimenticandosi che si tratta d’un progetto nato è cresciuto nell’ambito d’un partito con cui è alleato.
Luca Bona, sindaco di Lesa e promotore con Roberto Cota di “Forza Nord” in Piemonte, non è stato zitto ed ha replicato agli irritati alleati che i sospetti di manovre sotterranee sono del tutto infondati perché quello appena nato è un legittimo “comitato interno” di Forza Italia che intende solo promuovere le battaglie per una maggiore autonomia regionale, la difesa del lavoro, la valorizzazione delle tradizioni Padania-alpine.
Del resto, lo stesso Tajani ha definito positiva la creazione di Forza Nord, precisando che non si tratta di una corrente ne’ di un partito, ma solo di “un’associazione libera che e’ stata fatta da alcuni nostri parlamentari e dirigenti che punta ad aggregare gruppi di persone che vogliono impegnarsi per la crescita del Nord del nostro Paese”.
Queste parole non sono servite a calmare gli uomini di Salvini che, timorosi di una concorrenza inattesa e temibile, si sono incautamente imbarcati in una polemica nata solo dal timore per una concorrenza politica nel nome del Nord. Quello che Salvini ha tolto dal proprio simbolo, emblema da anni di Grande Nord ora in colazione con De Luca alle europee, così come termine che torna nel “Partito Popolare del Nord” di Roberto Castelli ed anche del “Comitato Nord” che opera all’interno della Lega ed aspetta il momento della resa dei conti dopo il probabile tonfo elettorale della meridionalizzazione di un partito che nordista non lo è più.
