di Roberto Gremmo – Fra i militanti della “Lega per Salvini premier” c’è’ un forte malumore e cresce un rancoroso malessere per la decisione di non presentare le firme per i referendum sulla giustizia depositando invece la richiesta sottoscritta fra quattro mura dai consigli regionali. Per alcune settimane sono stati allestiti gazebo e messi in pista decine di attivisti per raccogliere le sottoscrizioni, si e’ persino chiesto di prorogare i tempi per trovarle e poi i 368 scatoloni che secondo il Capitano le contengono sono stati messi in soffitta a fare muffa decidendo di chiedere i referendum solo con le deliberazioni dei Consigli Regionali, come peraltro la legge permette.
La sorpresa e lo sconcerto di chi si e’ sacrificato dei mesi per niente e’ solo l’ultima umiliazione per gli ingenui che hanno creduto di andare in paradiso nel cestino con la svolta nazionalista del Grande Capo.
Maliziosamente ma non troppo, il giornalista Giacomo Salvini sul “Fatto quotidiano” sospetta che le firme faticosamente raccolte siano stare molto basse e che il salvagente delle Regioni sia stato l’ancoraggio provvidenziale per evitare una figuraccia. Non lo sappiamo, ma constatiamo che buttando nella cartaccia le firme, la grande Lega ed i suoi gregari radicali non avranno diritto di costituire il Comitato promotore se i referendum verranno giudicati ammissibili dalla Consulta e dunque tutta la propaganda pubblicitaria sarà egemonizzata dalle Regioni e la faticosa campagna referendaria non sarà servita a dare maggiore visibilità ad un partito in faticosa rincorsa dei consensi dopo l’umiliante sorpasso del partito infiammato della sbraitante vispa teresa.
Nella sempre più sconcertata base Salvinista cresce il mugugno che va ad aggiungersi alla rabbia per le brucianti sconfitte alle recenti elezioni amministrative. Ma tutti sono costretti ad inghiottire anche questi amari bocconi.