Napoli, ad esempio – “Servizio sanitario non garantisce più le cure. Corsa al privato per evitare liste attesa e prestazioni adeguate”, secondo UniSalute-Nomisma

22 Novembre 2023
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“Il Servizio sanitario nazionale, storicamente un esempio virtuoso a livello internazionale, si trova oggi di fronte a difficoltà crescenti, al punto che secondo molti napoletani non è più sufficiente a garantire le prestazioni di cui avrebbero bisogno”. Lo rivela l’ultima ricerca dell’Osservatorio SANITÀ di UniSalute, che insieme a Nomisma ha sondato le opinioni degli abitanti del capoluogo campano sullo stato della SANITÀ pubblica. Alla domanda se il servizio sanitario pubblico sia oggi in grado di coprire tutti i propri bisogni sanitari, oltre la metà dei napoletani (52%) risponde negativamente, a fronte di un 37% che mostra qualche incertezza (“Più sì che no”) e di appena un 11% per cui la SANITÀ pubblica, da sola, è ancora sufficiente. A conferma di ciò, spiega la ricerca, a Napoli quasi tre intervistati su quattro (74%) dicono di essersi rivolti alla SANITÀ privata nell’ultimo anno, a cui è pronto ad aggiungersi un altro 15% che pensa di farlo nei prossimi 12 mesi. 

I problemi riscontrati nel servizio pubblico sono su tutti, i tempi di attesa eccessivi ei ritardi nell’erogare le prestazioni, di cui si lamentano rispettivamente l’85% e il 51% dei napoletani che ritengono il SSN non più sufficiente. La metà (50%) giudica inadeguata anche la qualità di prestazioni e servizi, e il 41% ritiene che a livello economico non sia più realmente vantaggioso rispetto alla SANITÀprivata. Passando agli ambiti da migliorare, non ci sono grosse sorprese, ammettono da UniSalute, “perché il servizio sanitario torni ad essere adeguato ai loro bisogni pubblici, i napoletani vorrebbero innanzitutto che si riducessero i tempi di attesa (60%) e aumentasse il personale sanitario (40%). Oltre un terzo, inoltre, desidererebbe che il SSN coprisse un maggior numero di prestazioni (37%) e che ci fossero più strutture pubbliche sul territorio (37%)”. Il campione napoletano interrogato non sembra molto fiducioso sulle risposte che arriveranno in futuro su queste richieste: per il 62%, infatti, in futuro il servizio pubblico riuscirà a rispondere ai loro bisogni solo parzialmente, e per un 24% addirittura potrebbe non farlo in alcun modo. L’augurio è che questo pessimismo si riveli eccessivo, anche considerando che per il 23% la salute propria e dei propri cari risulta essere la principale preoccupazione per il futuro, seconda solo alla non autosufficienza personale o di un familiare (34%). 

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