di Cuore Verde – Paradigma spagnolo. In Spagna, il socialista Sanchez si accorda con i separatisti catalani per formare il nuovo governo. In cambio, si concede l’amnistia per i leader indipendentisti. Un sostanziale riconoscimento della causa catalana. Un nuovo paradigma politico che vede, da una parte, la sinistra e le forze autonomiste e, dall’altra, i difensori del centralismo che scendono in piazza per protestare contro un atto ritenuto, soprattutto dall’estrema destra, quasi un colpo di stato.
In Italia, allo stato attuale, questo paradigma appare improponibile per due evidenti motivi. Per Elly Schlein, l’autonomia calderoliana rappresenta, senza mezzi termini, una “minaccia per l’unità nazionale”. Figuriamoci un forte federalismo o le macro-regioni come la Padania. Una posizione “centralista“ ribadita nel convegno del PD tenutosi a Napoli lo scorso luglio: “Una e indivisibile. Perché l’autonomia differenziata minaccia l’unità d’Italia.”
E pensare che Elly Schlein ha apertamente appoggiato la campagna elettorale di Sanchez. Eppure, dalle parti della sinistra, basterebbe ricordare che la “super-regione della Padania” fu proposta nel 1975 da Guido Fanti, primo presidente della Regione Emilia-Romagna. Sul versante autonomista padano manca poi una reale rappresentanza politica. Dalle spoglie della Lega Nord è sorto un partito improntato sulla figura del suo leader (“Lega per Salvini premier”) che certo non può rivendicare le particolari posizioni autonomiste del Nord (“Prima gli italiani”).
Allo stato attuale, a differenza della Spagna, il paradigma politico padano si struttura soltanto con un mesto e vago, ancorché ampio, astensionismo che, inesorabilmente, permette ai “fratelli italiani” di percorrere, senza incontrare reali ostacoli, le vaste praterie elettorali della Padania.

Elly, perché il patto Sanchez-indipendentisti va bene mentre “l’autonomia” di Calderoli è una minaccia all’unità?
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