Federcaccia, il dossier sulla predazione dei lupi

9 Gennaio 2024
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 Boschi, ambienti rurali, cortili, strade di paesi o di citta’: sono i contesti nei quali sono stati registrati episodi comprovati riguardanti gli attacchi e le predazioni dei cani da parte del lupo. Fra professioni quasi di santita’ e allarmismi che lo dipingono come il male assoluto, il lupo e’ uno dei selvatici maggiormente “chiacchierati” da esperti veri e sedicenti tali, tecnici, ambientalisti, cacciatori, allevatori e gente comune. Di fatti e non di fantasie si e’ parlato oggi alla presentazione del report dal titolo “Il lupo tra fantasie e realta’”.

Ospiti fra le autorevoli mura della Camera dei deputati, grazie a una iniziativa di Francesco Bruzzone, componente della 13esima commissione Agricoltura della Camera e responsabile del dipartimento della Lega per la gestione della fauna selvatica, che ha invitato Federcaccia e il coordinamento delle Cacciatrici Fidc che ne e’ autore a presentare il report sull’impatto del predatore nei confronti dei cani da caccia, domestici e da guardiania. L’iniziativa del coordinamento Cacciatrici Federcaccia, con il supporto di Federcaccia nazionale in collaborazione con l’ufficio studi e ricerche della Federazione, di raccogliere e catalogare episodi comprovati riguardanti gli attacchi e le predazioni dei cani da parte del lupo non e’ e non vuole sostituire il lavoro scientifico di tecnici e ricercatori, ma e’ improntato al massimo rigore e serieta’, separando i fatti dalle chiacchiere col preciso intento di prendere le distanze da chi per vari e diversi interessi tende da un lato a ridimensionare o dall’altro a esagerare gli effetti della presenza del lupo. 

Al momento della sua chiusura in tipografia, lo scorso 31 agosto 2023, erano state registrate circa 400 predazioni, tutte attentamente verificate, solo una parte di quelle avvenute e per i piu’ svariati motivi non denunciate o non attribuibili con certezza e quindi scartate. Da allora il lavoro del coordinamento non si e’ fermato e il gruppo di lavoro continua a raccogliere e registrare predazioni che si verificano con sempre maggiore frequenza. Un fenomeno che non e’ possibile ignorare per una richiesta di sicurezza da parte della societa’, ma anche e soprattutto perche’ la sua gestione rappresenta un elemento cruciale per garantire una convivenza pacifica ed equilibrata tra l’uomo e il lupo. “E’ necessario che le istituzioni e la politica adempiano al loro ruolo e prendano atto di quanto sta accadendo”, ha detto il presidente nazionale di Federcaccia, Massimo Buconi.

“Lo sta facendo l’Europa, dove la presidente Ursula von der Leyen ha dichiarato che ‘Il ritorno dei lupi e’ una buona notizia per la biodiversita’ in Europa. Ma la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee e’ diventata un pericolo reale’ e la commissione europea propone di rendere il lupo ‘protetto’ anziche’ ‘rigorosamente protetto’.

Lo stanno facendo molti Stati europei e la vicina Svizzera. E ci fa piacere che rispondendo al nostro stimolo in questo senso lo faccia oggi la politica italiana. Il lupo, lo ripeto ancora per evitare ogni strumentalizzazione che ogni volta in cui si affronta il tema della sua gestione, come di quella di altri carnivori o di qualsivoglia specie, viene subito prontamente messa in atto, non e’ una specie cacciabile e in tutta sincerita’ non interessa ai cacciatori che lo diventi. Lo Stato ha uomini e risorse professionali adeguate ad affrontare se lo vorra’ la questione. Ma come cittadini che vivono la ruralita’ e sostengono le attivita’ a questa legate, siamo interessati a che la gestione del lupo e dei conflitti che la sua presenza genera, vengano affrontati dalle istituzioni”, ha concluso Buconi.

 “Come sottolineato dal presidente – ha aggiunto Isabella Villa, responsabile del coordinamento Cacciatrici -, il nostro report si propone di fornire una fotografia dettagliata di quanto sta accadendo, con la predazione dei cani da caccia, ma non solo. Non sono isolati i casi di cani predati mentre si trovavano a passeggio, a guinzaglio, con i proprietari. Una fotografia comunque incompleta perche’ ancora troppe persone preferiscono non denunciare, anche se in questo senso stiamo notando un certo cambiamento di mentalita’. Si sta evidenziando uno stato di allarme sempre piu’ diffuso, dove sindaci invitano la gente a non uscire la notte per evitare incontri indesiderati. Un chiaro limite alla liberta’ dei cittadini oltre alla prova che il rischio c’e’ e se ne e’ consapevoli. Basti pensare che dal 31 agosto, data della chiusura del report in tipografia, ad oggi sono state registrate oltre 150 predazioni a danno di cani, dato comunque sottostimato nonostante una maggiore sensibilita’ a denunciare. Ringrazio dunque l’onorevole Bruzzone per la sua sensibilita’ sul tema”.

La dottoressa Giorgia Romeo, esperta di eco-etologia della fauna selvatica con esperienza pluriennale di numerosi progetti relativi al lupo, ha illustrato il quadro complessivo del “fenomeno lupo” in Italia, basato sui piu’ recenti dati a disposizione della comunita’ scientifica nazionale. “Le conoscenze attuali – ha dichiarato Romeo – ci consentono di comporre un quadro abbastanza preciso di presenza e distribuzione del lupo in Italia. Le azioni di conservazione intraprese negli anni hanno favorito la naturale e graduale espansione della specie. Un fenomeno che oggi arriva ad interessare anche aree periurbane con possibili interazioni che necessitano un’accurata e valutata gestione”.

“Sono lieto – ha aggiunto Bruzzone – di aver organizzato questa presentazione, che ritengo di grande importanza per sensibilizzare i colleghi parlamentari e le istituzioni in generale su questo tema. C’e’ una forte aumento della presenza del lupo nel Paese. La politica deve dare una risposta. So che non e’ facile, ma credo sia doveroso. Anche perche’, ricordiamocelo, la fauna selvatica e’ proprieta’ dello Stato, questi animali sono di proprieta’ dello Stato, e quindi lo Stato non puo’ tirarsi indietro, non puo’ girarsi dall’altra parte e fare finta di niente. L’appello che faccio alla politica e alla scienza e’ quello di fare in modo che la risposta dello Stato ci sia. Sia chiaro: nessuna caccia al lupo, ma una sensibilita’ verso gli animali domestici e di affezione che meritano una maggiore tutela”. Al termine degli interventi ha preso la parola il sottosegretario per le politiche agricole alimentari e forestali, il senatore Patrizio La Pietra: “In Italia per troppo tempo e’ mancata una vera gestione della fauna. E senza gestione non ci puo’ essere sostenibilita’. Oggi si parla di lupo, ma la gestione e’ mancata con i cinghiali, con i corvidi, con le nutrie, con i cormorani, portando a una esplosione di situazioni fuori equilibrio. Fortunatamente la politica sta prendendo coscienza di questo, anche se ci troviamo di fronte a resistenze animaliste fortissime. Per quanto riguarda il lupo stiamo lavorando su un nuovo ‘piano lupo’. Probabilmente non sara’ risolutore al 100 per 100, ma rispetto al vecchio piano fa passi avanti importanti. Ci sono da rivedere parametri e linee di azione. Dobbiamo metterci a un tavolo, eliminare le pregiudiziali ideologiche che non servono e attivare una gestione faunistica essenziale per il benessere di tutto il patrimonio faunistico del Paese”. 

Anche Piero Genovesi, di Ispra, ha espresso il suo apprezzamento per il lavoro svolto dal coordinamento: “Seguiamo questo tema con attenzione e ringraziamo la Federcaccia e il coordinamento che hanno raccolto dati per noi preziosi. L’Italia e’ il Paese con piu’ lupi d’Europa, e questo aumenta i conflitti e le possibili interazioni con l’uomo e gli animali domestici. La predazione non scatena solo un aspetto economico, ma anche un aspetto emotivo che non puo’ essere ignorato. Siamo in una fase dinamica e l’aumento di conflitti deve aprire a forme di gestione”. La Regione d’Italia che attualmente registra il piu’ alto numero di presenze di lupi e’ “il Piemonte. Gli allevatori concentrano le mandrie nei territori piu’ in basso, nelle zone piu’ facilmente difendibili, abbandonando gli alpeggi piu’ alti. Cosi’, nelle zone piu’ basse vengono costruiti i ripari per le mandrie e si patisce l’eccessiva profilazione di animali. Questo e’ un danno all’ambiente”, ha spiegato Luca Brondelli, di Confagricoltura. “L’impatto che il lupo ha sul mondo agricolo e’ insostenibile sotto tutti i punti di vista”, ha detto Niccolo’ Sacchetti, di Coldiretti. “L’equilibrio ambientale del nostro Paese va custodito e va tutelato con la mano dell’uomo e noi non possiamo esimerci dal considerare la necessita’ di gestire l’impatto di questa specie”. Erano presenti in sala, fra gli altri, i senatori Simone Bossi e Paolo Ripamonti, il presidente di Fondazione una, Maurizio Zipponi, la dottoressa Paola Aragno di Ispra e i rappresentanti della stampa specializzata e generalista, cui si sono aggiunti numerosi spettatori che hanno potuto seguire on line i lavori. 

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