L’Italia “è a rischio di una nuova caduta in recessione a fine 2020” perchè nelle ultime settimane “peggiorano soprattutto i servizi ma anche nell’industria si è arrestata la risalita”. Lo sostiene il centro studi di Confindustria (Csc), secondo cui “la domanda interna è fragile, l’occupazione si è già fermata, le imprese hanno più debito. Solo l’export era in risalita, ma la pandemia minaccia il secondo stop agli scambi mondiali”. “Le recenti misure restrittive per arginare l’epidemia – spiega il Csc – inducono a stimare che nel quarto trimestre si avrà di nuovo un Pil in calo. L’impatto sull’economia italiana dovrebbe essere contenuto rispetto al crollo nel primo e secondo trimestre (-17,8%), dato che molti settori produttivi restano aperti. Questo avviene subito dopo il forte rimbalzo nel terzo (+16,1%), che aveva riportato l’attività al -4,5% dai livelli pre-Covid”. L’indice Pmi dei servizi, sottolinea Viale dell’Astronomia, “segnala un ulteriore arretramento già a ottobre (46,7 da 48,8), con domanda indebolita. Dopo il recupero parziale del settore turistico fino ad agosto, a fine anno in vari segmenti le perdite saranno ancora vicine al 70% (stime Federturismo)”. Nell’industria invece il Pmi a ottobre (53,8) “ha fornito ancora segnali positivi. Tuttavia, la produzione già a settembre-ottobre ha visto interrompersi il suo rapido recupero, sui livelli pre-Covid: questo potrebbe preludere a una nuova, moderata caduta nel quarto trimestre”.

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