“L’assedio” dei trattori alle porte di Milano da giorni e in tutta Italia. “Zaia: Protesta condivisibile, politica europea fuori registro spinge verso controllo multinazionali”

1 Febbraio 2024
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Prosegue per il terzo giorno a Melegnano, alle porte di Milano, la protesta degli agricoltori coordinati da ‘Riscatto agricolo’ contro le politiche europee. Stamani sono stati organizzati lungo la strada Binasca tra il casello dell’Autostrada del Sole e il primo ingresso di Melegnano, arrivando da Milano, lungo la statale via Emilia, due blocchi stradali di circa mezz’ora. Oggi i manifestanti presenti sono circa 150 con un’ottantina di trattori .

 “Quanto sta accadendo è una messa in discussione della politica europea, una protesta condivisibile dal punto di vista economico e anche identitario”. Lo dice all’ANSA il presidente del Veneto Luca Zaia, – in questi giorni a Bruxelles per il Comitato delle Regioni – commentando la mobilitazione degli agricoltori in tutta Europa. Zaia sottolinea come ormai da anni il settore stia pagando “lo scotto di una politica agricola comunitaria decisamente fuori registro rispetto alle reali aspettative dei nostri agricoltori. E’ arroccata a difendere un modello agricolo che è sempre meno radicato nell’agricoltura e sempre più in mano alle multinazionali su un piano internazionale”. 

Il quadro, spiega, è questo: “Oggi in Europa si scontrano due agricolture: da un lato quella di territori senza una storia e una tradizione di produzione, dall’altro quella dei territori che invece ne sono ricchi; l’Italia è uno dei paesi simbolo dell’agricoltura con 4.500 prodotti tipici; solo in Veneto ne abbiamo 350 certificati”. Un settore primario, quindi, “che va difeso, non solo per la sua dimensione produttiva, che è nel nostro caso importante e mastodontica, ma anche contro fenomeni come l’italian sounding, cioè il food contraffatto. Un ambito che a livello globale vale e ruba al nostro Paese oltre 120 miliardi di euro”. “Bisogna inoltre difenderla – prosegue – anche per la sua dimensione di identità, di storia dei territori, delle nostre comunità”. “Le manifestazioni – conclude Zaia – sono un’espressione di democrazia e come tale devono essere garantite a tutti. Logicamente devono avvenire nell’alveo del rispetto della libertà di tutti”.

Potrebbero rimanere a Cagliari sino a lunedì prossimo i pastori e gli agricoltori che da martedì mattina hanno occupato con i trattori l’ingresso del varco dogana del porto. “Ci stiamo coordinando con i movimenti nazionali – spiega all’ANSA uno dei portavoce della protesta, Roberto Congia – e valutiamo con le loro modalità e durata della protesta: di sicuro ci sarà anche la Sardegna agli incontri con i vertici nazionali ed europei”. Intanto il fronte della battaglia si allarga anche al nord Sardegna: l’appuntamento con chi dice no alle politiche agricole dell’Unione europea è per domani alle 10 a Muros con i trattori che invaderanno anche la statale “Carlo Felice”. Disagi in vista, dunque, per gli automobilisti del Sassarese in considerazione del fatto che la marcia dei mezzi agricoli rallenterà pesantemente il traffico stradale. 

 La protesta arriva anche sulle Madonie, in Sicilia. Questa mattina 500 mezzi agricoli e altrettanti lavoratori del comparto hanno attraversato le principali strade dei Comuni delle Alte Madonie, partendo dal ponte di Resuttano (Caltanissetta) e passando per Alimena, Bompietro e Petralia Soprana (Palermo), sulla Sp19 e la Ss290. “Non riusciamo più a vivere del nostro lavoro – spiega Aldo Mantegna, allevatore di Gangi – Ai rincari sulle materie prime e sul gasolio, non si sono accompagnate misure di sostegno né l’aumento del prezzo di vendita dei nostri prodotti. Così non possiamo andare avanti”. L’appello è al presidente della Regione Siciliana Schifani e all’assessore all’Agricoltura Sammartino: “Prendano una posizione chiara rispetto alle proteste: sono dalla parte degli agricoltori, degli allevatori e dei consumatori siciliani? Se sì, chiediamo che intervengano sulle materie di loro competenza e che si facciano portavoce con il governo nazionale ed europeo”. I manifestanti inoltre presenteranno un documento con alcune rivendicazioni più urgenti e la richiesta di convocazione di un tavolo tecnico entro 7 giorni. In assenza di un riscontro, torneranno in piazza. “Chiediamo la revisione della Pac, con particolare attenzione alla deroga del 2023 Bcaa 8, che introduce l’obbligo di lasciare il 4% delle aree seminative non produttive – spiega Tiziana Albanese, a nome del Comitato spontaneo delle Madonie – abolizione definitiva dell’Irpef agricola e dell’Imu, l’adeguamento dei prezzi dei prodotti agricoli proporzionato all’aumento dei costi di produzione, la fissazione di un tetto massimo prezzo carburante agricolo, il pagamento immediato dei contributi Pac e Psr, l’immediato decreto di dichiarazione di calamità naturale per l’annata agraria 2023/2024, l’aumento dei controlli sulle merci (sia le materie prime che i prodotti finiti) importate in Italia, che devono osservare gli stessi protocolli imposti sulla produzione locale”. “Aggiungiamo anche alcune richieste specifiche del nostro territorio – conclude Santa Gangi, portavoce del Comitato – interventi di controllo e contenimento della fauna selvatica, interventi di manutenzione stradale per garantire il raggiungimento delle aziende del territorio da parte di auto, mezzi agricoli e mezzi per i rifornimenti e il trasporto dei prodotti. La Sicilia e le Madonie hanno una forte vocazione agricola, ma senza interventi urgenti a favore del comparto rischiamo di svendere i nostri terreni e allevamenti, frutto del sacrificio dei nostri padri e dei nostri nonni. Ne vale della possibilità di scegliere di restare qui e non emigrare”.

– Gli agricoltori che dal 30 gennaio stanno protestando con centinaia di trattori davanti al casello dell’A1 Valdichiana, hanno attuato stamani un corteo sulla viabilità esterna all’autostrada e intasato la rotatoria spartitraffico davanti allo svincolo, causando dei rallentamenti ai veicoli. La protesta è quella promossa dal movimento spontaneo Riscatto agricolo e segue i temi comuni già contestati dagli agricoltori di Francia, Germania e Belgio contro le politiche agricole della Ue. Le forze dell’ordine seguono sul posto lo svolgimento della manifestazione. 

 Seconda notte consecutiva trascorsa all’addiaccio per gli agricoltori sanniti nel presidio allestito alle porte della città di Benevento, presso la Rotonda dei Pentri, per protestare contro le politiche dell’Unione Europea. “Andremo avanti ad oltranza fino a che ci saranno risposte concrete”, dicono gli agricoltori, determinati a proseguire la protesta ben oltre la data stabilita di sabato e senza esporre alcuna bandiera delle varie organizzazioni agricole. Tra loro ci sono anche giovani, alcuni dei quali professionisti, che hanno deciso di restare nella loro terra e portare avanti l’azienda familiare. Il sindaco di Benevento Clemente Mastella e il presidente della Provincia di Benevento Nino Lombardi, primi rappresentanti istituzionali a recarsi questa mattina presso il presidio per ascoltare le voci degli agricoltori sanniti, hanno portato la loro solidarietà ai manifestanti. 

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