IMPRENDIGREEN, SANGALLI: SENZA IDEOLOGIA LE IMPRESE PUNTANO SULLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

29 Marzo 2024
Lettura 4 min

di Gigi Cabrino – I temi relativi alla sostenibilità ambientale e alla transizione ecologica sono sempre più presenti nel tessuto produttivo; gli imprenditori associati a Confcommercio puntano decisamente su questi temi e il sostegno dell’associazione non manca.

Nella sede confederale a Roma si è tenuta la presentazione del progetto Imprendigreen, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Avviato all’inizio del 2022 e realizzato nell’ambito della sostenibilità ambientale in collaborazione con la Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa ed Enea vuole sensibilizzare, qualificare, formare e accompagnare le imprese del terziario di mercato nella transizione ecologica.

In occasione dell’iniziativa Imprendigreen, Confcommercio ha realizzato un’indagine sulla sostenibilità ambientale e gli investimenti green tra le imprese associate. Oltre il 50% delle imprese del terziario, che investono in green, hanno tra i 7 e i 15 dipendenti, mentre per le più piccole la strada della transizione ecologica è ancora faticosa.Costi e burocrazia non aiutano a fare il grande salto: il 40% delle imprese, nonostante sia sensibile alle tematiche ambientali, afferma che i costi necessari per diventare sostenibili, ad oggi, sono ancora alti, il 25% lamenta eccesso di burocrazia e norme di difficile comprensione e interpretazione. Il 40% sceglie la sostenibilità per responsabilità ed impegno etico. Il 32% adotta comportamenti sostenibili perché conviene, il 27,8% delle imprese lo fa anche per un miglioramento della reputazione verso clienti/fornitori.

Buone notizie arrivano anche dal fronte delle imprese di giovani: il 90% dei giovani imprenditori italiani dichiara di voler promuovere la sostenibilità come parte integrante delle proprie attività. Per il 64% degli imprenditori, infatti, green è sinonimo di riduzione dell’impatto ambientale, ma per il 44% significa anche attuare iniziative per supportare il benessere fisico e mentale dei dipendenti, o ancora per il 42% significa progettare attività di formazione e crescita professionale.

Energia, Trasporti ed acqua le macroaree in cui si concentrano gli investimenti “green”.

Per ridurre i consumi energetici, il 40% delle imprese ha provveduto a installare macchinari, impianti e/o apparecchi efficienti. Tra gli investimenti finalizzati al risparmio di energia, 13 imprese su 100 hanno scelto l’isolamento termico degli edifici e/o la realizzazione di edifici a basso consumo energetico e quasi 10 su 100 hanno sostenuto la spesa in assenza di incentivi. Più marginale, invece, l’impegno delle imprese nella produzione di energia da fonte rinnovabile elettrica (7,2%) o termica (4,4%) e nella realizzazione di impianti di cogenerazione, rigenerazione e/o per il recupero di calore (2,8%). Per queste iniziative, circa la maggior parte degli investimenti è stata effettuata grazie all’erogazione di incentivi.

Ancora poco diffuse risultano le azioni a supporto della mobilità sostenibile, in media solo 4,8 imprese su 100 hanno acquistato automezzi elettrici o ibridi. La quota di imprese che effettuano investimenti per la gestione sostenibile di energia e trasporti varia però positivamente con il numero di addetti. I differenziali sono particolarmente elevati nell’ambito della co/rigenerazione e recupero di calore (si passa dal 2,4% delle microimprese al 17,9% delle imprese con 30 e più addetti), per l’acquisto di automezzi elettrici o ibridi (da 3,9% a 28,3%) e la produzione elettrica da fonte rinnovabile (da 5,9% a 26,3%).

5 imprese su 10 hanno adottato in prevalenza interventi per contenere prelievi e consumi di acqua, soprattutto quelle dei servizi e quelle di minori dimensioni. Seguono i trattamenti delle acque reflue per il controllo degli inquinanti, possibili solo nell’ambito di alcune realtà produttive, quelli per il riutilizzo e riciclo delle acque e le azioni di controllo dei contaminanti ambientali, con un coinvolgimento crescente delle imprese di maggiori dimensioni.

Per il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli il tema della sostenibilità ambientale delle imprese va sicuramente affrontato e sostenuto ma senza approcci “ideologici”.

Nel suo intervento il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato due aspetti, “uno generale e uno particolare”. Il primo riguarda “il senso ampio che la nostra Confederazione dà al tema della sostenibilità. Quella a cui dobbiamo puntare non è mai indifferente,  ma dovrebbe assicurare una ricaduta ‘positiva’ sulla nostra vita quotidiana cambiandola in meglio”. Per Sangalli, insomma, “un progetto, un’azione, un’impresa dovrebbero essere valutati non solo perché ‘non sprecano’, ma anche per quanto creano di nuovo e migliore”. L’ha chiamata “sostenibilità generativa”, capace di generare perché capace di innovazione.

E certamente “Imprendigreen interpreta questo approccio alle strategie ambientali, perché si impegna a diffondere informazione, consapevolezza e competenze in tema decisivo come la  transizione ecologica. A lasciare qualcosa di più nel mondo che ha trovato”.

Il presidente di Confcommercio ha proseguito sottolineando che “come grande corpo intermedio dobbiamo contribuire anche a rimuovere ciò che oggi è di troppo in tema ambientale”, visto che “la strada verso il green per le imprese è spesso per le imprese una strada ad ostacoli”. Occorre dunque “pensare insieme ad azioni sempre più efficaci di supporto e accompagnamento delle imprese, soprattutto micro e piccole” tramite politiche mirate di accompagnamento “verso una transizione sostenibile, giusta ed equa”. “Se sono le imprese grandi quelle che ad oggi hanno le performance di sostenibilità migliori, sono quelle piccole e medie che in un Paese come l’Italia possono fare davvero la differenza”, ha spiegato Sangalli.

Per quanto riguarda invece l’aspetto “particolare” di cui si diceva all’inizio il presidente confederale si è detto convinto che “non ci sono comportamenti sostenibili così piccoli da essere irrilevanti. Sono le azioni quotidiane quelle più incisive, a partire da quelle adottate dal sistema dell’impresa diffusa. Un ‘bollino’ come il nostro, ad esempio, non cambia la vita oggi, ma è un segno tangibile che può incoraggiare quel cambiamento che permetterà di avere una vita migliore domani”. “Cerchiamo insomma di affrontare un tema come quello ambientale, che è vasto e complesso, anzi, globale, in un modo molto pragmatico”, ha concluso Sangalli.

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