Ideal Standard, un altro pezzo di Nord viene delocalizzato. 500 lavoratori a casa. L’appello di Zaia: Il Governo faccia il possibile

28 Ottobre 2021
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Ideal Standard decide di cessare nei prossimi mesi le attività dello stabilimento produttivo di Trichiana in provincia di Belluno. Tempi e modalità della chiusura “saranno oggetto di incontri con le organizzazioni sindacali e le istituzioni per i quali la Società si rende fin d’ora disponibile”. Lo rende noto il gruppo sottolineando che la decisione “non impatta sulle altre unità produttive” ossia sul centro di distribuzione logistico di Bassano Bresciano e sugli uffici di Milano. Nel corso di un incontro al ministero dello Sviluppo Economico, Ideal Standard Industriale, si legge in una nota, “ha comunicato oggi alle parti sociali e alle istituzionali gli esiti di una lunga e approfondita analisi riguardante la propria presenza produttiva a Trichiana (Belluno). Tale analisi, condotta negli ultimi trimestri, è stata finalizzata per individuare una soluzione al problema di competitività dello stabilimento bellunese, che nonostante le strategie messe in atto per la saturazione degli impianti e i numerosi sforzi effettuati negli ultimi anni volti al recupero di produttività, continua a soffrire di un costo per unità prodotta troppo elevato, ulteriormente aggravato da un crescente costo dell’energia. Per contrastare queste condizioni avverse di sistema, la società ha analizzato sette diversi scenari di riorganizzazione dei processi produttivi per ridurre l’incidenza del costo del personale attraverso un’elevata automazione; a prescindere dai livelli di investimento e tempi di realizzazione, nessuno di questi si è rivelato adeguato a supportare una competitività di lungo periodo dello stabilimento”. Per queste ragioni, si legge nella nota, “l’azienda ha quindi preso la difficile decisione di cessare l’attività dello stabilimento di Trichiana nei prossimi mesi”. L’Italia, rileva Ideal Standard, “continua ad essere un mercato strategico per il gruppo Ideal Standard, il quale rimane pienamente impegnato a mantenere una forte presenza sul mercato. Proseguirà nel consolidare il proprio business investendo in nuovi prodotti, rafforzando il servizio al cliente e la propria competitività sul mercato”.

 ”L’azione speculativa della proprietà di Ideal Standard, un fondo finanziario, ha già prodotto nel nostro paese la chiusura di altri 4 siti, con il drammatico licenziamento di centinaia di lavoratori e a questo scempio vuole aggiungere anche 500 lavoratori del sito produttivo di Trichiana (BL), una vera e propria mattanza che rischia coinvolgere anche il polo logistico di Brescia e il commerciale di Milano”, spiegano le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil presenti all’incontro. ”Il management -proseguono i sindacati- ha motivato la decisione sostenendo che il costo per la produzione dei sanitari non è competitivo rispetto ai loro pari concorrenti che, peraltro, producono anche in Italia. Questa scelta è stata assunta per aumentare il margine di profitto spostando la produzione italiana verso i siti che Ideal Standard ha in Repubblica Ceca, in Bulgaria e con l’importazione di prodotti dalla Cina. È la spiegazione più plausibile dal momento che la ripresa dell’edilizia, sostenuta dagli incentivi dello stato, ha prodotto un significativo incremento degli ordinativi per le aziende del settore della ceramica sanitaria”. 

“Rivolgo un appello al Governo perche’ faccia tutto il possibile anche su questa crisi aziendale alla ricerca di una soluzione positiva. Stiamo parlando di 450 dipendenti diretti e un indotto stimato almeno nel doppio. La Regione e’ a disposizione per tutto quello che possiamo fare”. Lo dice il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, interpellato dall’ANSA. “L’annuncio della proprieta’ e’ stato una doccia fredda – aggiunge Zaia – anche perche’ l’Ideal Standard da un lato e l’Acc, altri 300 posti di lavoro piu’ l’indotto, dall’altro sono due situazioni che creano una congiuntura estremamente negativa. Belluno non puo’ essere un territorio vittima di dismissioni, ma protagonista di investimenti”. “Stiamo vivendo una brutta pagina di storia per il bellunese – conclude il Governatore – un territorio con uno spopolamento di mille persone l’anno che ha bisogno di attrattivita’ e occupazione, di un presidio che sia garantito dalla presenza di giovani”.

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