di Laura Aresi – L’autoironia è uno dei motori di un sano giornalismo che non teme di inciampare nei propri svarioni (che capitano: eccome se capitano) perché sbagliando, come si suol dire, s’impara.
E siccome oggi ci va di essere un po’ leggeri, ecco cos’abbiamo scovato per voi, direttamente dal tormentone del giorno che impazza sulle chat scolastiche, sui siti specializzati e naturalmente sui social. Una splendida comoda di un verde che non è proprio quello perfetto, ma ci si avvicina un bel po’: il banco da corsa con ritirata compresa nel prezzo, per limitare al minimo indispensabile gli spostamenti in classe e ottimizzare il distanziamento fra le rime buccali, e non solo quelle. Dal produttore al consumatore, insomma, per una Nuova Scuola che ispira – per come si stanno mettendo le cose ad un mese dalla tanto declamata ripresa settembrina – sicuramente argomenti scatologici.
Naturalmente è un fake. Ma ci pareva così bello e così divertente che non potevamo certo lasciarlo immortalare a qualcun altro. Che magari si sarebbe pure preso i meriti di aver pubblicato per primo fra le testate nazionali la notizia dei banchi a rotelle acchiappandola direttamente dalle dichiarazioni della pagina Facebook del sottosegretario all’Istruzione Peppe de Cristofaro: eh no, ci spiace tanto ma i primi siamo stati noi, con tanto di sghignazzate giunte al nostro indirizzo perché si era pensato ovviamente ad una bufala di quelle clamorose capitataci fra capo e piedi. Invece era davvero la realtà che superava la fantasia, come spesso accade di questi tempi, e ci tocca persino ricamarci su perché è nostro dovere farlo. Perciò oggi, per non piangere sulle ennesime notizie dal fronte, preferiamo continuare a ridere con voi, i nostri lettori, ringraziandovi sia delle critiche sia dell’affetto. Ridiamo, e nell’ironia molto ariostesca, molto padana, molto sottile che ci contraddistingue, continuiamo a scrivere per voi e con voi.
