IL CASO – Eternit, Schmidheiny condannato solo per un morto. 3.300 euro di risarcimento agli eredi

6 Aprile 2022
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I pm avevano chiesto di condannarlo a 23 anni e 11 mesi di reclusione per omicidio volontario, in relazione a otto decessi collegati all’esposizione prolungata all’amianto. La Corte d’Assise di Napoli ha invece ritenuto l’imprenditore svizzero Stephan Ernest Schmidheiny, 74 anni, in qualita’ di proprietario del gruppo Eternit, responsabile per una sola di quelle morti, senza dolo, decidendo una pena di tre anni e sei mesi per omicidio colposo, con un risarcimento di 3.300 euro agli eredi.

Per uno degli otto casi e’ stata decisa l’assoluzione, altri sei secondo i giudici sono andati in prescrizione. Sentenza accolta al grido di “vergogna” dai familiari delle vittime presenti nel palazzo di giustizia di Napoli. Gli otto decessi al centro del processo erano quelli di sei operai della fabbrica di Bagnoli, della moglie di uno di essi (secondo i pm ammalatasi dopo aver lavato per anni le tute di lavoro del marito) e di un cittadino residente nella zona circostante.

La Corte ha ritenuto Schmidheiny – gia’ coinvolto in Italia in vari altri procedimenti penali per i decessi da amianto – colpevole di omicidio colposo per il caso dell’operaio Antonio Balestrieri (morto il 21 ottobre 2009 per mesotelioma pleurico); l’assoluzione e’ scattata per il decesso di Franco Evangelista, avvenuta lo stesso anno, per ‘cause ambientali’ dal momento che la vittima abitava in zona ma non era dipendente dello stabilimento.

I casi di altri cinque lavoratori Eternit e della moglie di uno di essi, morti tra il 2000 e il 2006, non sono stati giudicati per intervenuta prescrizione. Secondo Ciro Balestrieri, figlio di Antonio, “la condanna a tre anni e sei mesi e’ ridicola ed e’ ancora piu’ ridicolo il risarcimento: 3mila e 300 euro per la vita di mio padre”, dice chiedendo aiuto al presidente Mattarella e al ministro Cartabia “per ottenere giustizia”.

L’associazione napoletana ‘MaiPiu’Amianto’ esprime delusione e rabbia, la Cgil – che ha tenuto un presidio all’esterno del tribunale – assicura di voler essere al fianco delle famiglie delle vittime anche nel giudizio di appello. Appello sul quale conta anche l’avvocato Astolfo di Amato, legale di Schmidheiny: “Impugneremo certamente la decisione, comunque e’ motivo di soddisfazione il fatto che sia stato escluso il dolo”. Le morti registrate tra i lavoratori dell’Eternit di Bagnoli per cause correlate all’esposizione e all’inalazione delle fibre di amianto, secondo i dati diffusi dall’associazione Maipiuamianto, sono state, dal 1939 ad oggi, 902. I casi censiti sono 134 di cancro polmonare, nove di tumore della laringe, 258 di asbestosi polmonare e 65 di mesotelioma. Gran parte di questi lavoratori non sono arrivati in vita all’eta’ della pensione. Una lunga scia di lutti, circa 2.500 a livello nazionale, che ha interessato per decenni gli operai di tutte le fabbriche del Gruppo, da Bagnoli a Casale Monferrato, da Rubiera a Siracusa.

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