Germania: testa a testa Scholz-Laschet. Ma per sondaggio la maggioranza dei tedeschi vuole governo a guida Spd

26 Settembre 2021
Lettura 2 min

 La Germania ha chiamato al voto 60,4 milioni di elettori per il rinnovo del Bundestag, il parlamento federale, e decidere chi guidera’ il Paese dopo la fine dell’era di Angela Merkel, durata 16 anni. E’ testa a testa tra il candidato della Spd Olaf Scholz e lo sfidante della Cdu/Csu Armin Laschet. I socialdemocratici al 25,8% secondo la rilevazione della rete Zdf, seguiti dall’Unione cristiana democratica (Cdu/Csu) al 24,24%, in netto calo rispetto al 2017 quando i conservatori con Merkel arrivarono al 33%.

 candidato alla Cancelleria, Olaf Scholz, ha rivendicato la Cancelleria: “Mi rallegro del risultato elettorale, i cittadini hanno deciso che il partito socialdemocratico sia in ripresa, e’ il nostro piu’ grande successo. Molti cittadini hanno scelto noi perche’ vogliono il cambiamento nel governo e vogliono che sia un altro il Cancelliere. Questa societa’ avra’ piu’ rispetto, vogliamo l’ammodernamento della nostra industria e vogliamo fare qualcosa per il cambiamento climatico, sono gli obiettivi che dobbiamo superare. Siamo un partito pragmatico che sa come si governa. L’Sdp ha molto sostegno da parte dei cittadini e quello che abbiamo promesso si potra’ mantenere e realizzare. Sappiamo come si governa e siamo un partito di cui si puo’ avere fiducia. Pragmatismo, affidabilita’ e determinazione li mostreremo anche in futuro. Aspettiamo il risultato definitivo e poi ci mettiamo al lavoro, ma e’ un grande risultato”.

 Per la Cdu e’ il peggior risultato della sua storia, un “risultato amaro” come ha ammesso il segretario Paul Ziemiak, che pero’ ha ipotizzato una coalizione “Giamaica” con conservatori, Verdi e liberali e senza i socialdemocratici. Il candidato della coalizione Cdu/Csu Armin Laschet ha dichiarato: “L’esito non e’ ancora chiaro. Potrebbe esserci un governo con tre partner. Noi come Unione abbiamo ricevuto un incarico preciso per l’Unione e per un governo che non sia determinato a sinistra. Faremo il possibile per un governo sotto la guida dell’Unione e no a un governo federale guidato dalla sinistra. Serve una coalizione per ammodernare il Paese e per una maggiore resilienza per il clima e le finanze, per le future generazioni”. 

I Verdi fanno un balzo arrivando a essere la terza forza con il 14,7%, i liberali (Fdp) salgono al 11,6%, mentre l’ultra destra di Afd si ferma al 10,3% e l’estrema sinistra Die Linke crolla al 5%, la percentuale minima per entrare al Bundestag, ma se dovesse scendere sotto questa soglia perderebbe seggi che sarebbero da ridistribuire. La prospettiva di una nuova “grosse Koalition”, cioe’ un governo di larghe intese con destra e sinistra vicine come lo sono stati quelli di tre delle quattro legislature guidate da Angela Merkel sembra non piacere a entrambi i candidati favoriti per la Cancelleria. Cosi’ restano due opzioni: la cosiddetta coalizione “semaforo” (Spd, Fdp e Verdi) e quella “Giamaica” (Cdu-Csu con Fdp e Verdi).

Ago della bilancia saranno Verdi e Liberali che si dicono pronti a dialogare con tutti. I seggi si sono chiusi alle ore 18. Alle ore 14 l’Ufficio elettorale aveva registrato un’affluenza al 36,5%, leggermente in calo rispetto al 41,1% registrato nel 2017 alla stessa ora. Tuttavia c’e’ da considerare anche il voto per posta: si stima che circa il 40% dei tedeschi abbia scelto questa opzione, mentre quattro anni fa era stato solo il 28,6%. 

La maggioranza dei tedeschi (il 55%) vuole un governo guidato dall’Spd contro il 36% che preferirebbe un esecutivo a guida Cdu-Csu. Emerge da un sondaggio pubblicato da Zdf che rileva un orientamento diametralemte opposto rispetto al 2017 quando gli elettori tedeschi erano al 52% a favore di un governo guidato dalla Cdu e il 36% era per uno guidato dall’Spd.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
Hosting: Stefania Piazzo

Newsletter

Iscriviti alla nostra Newsletter!

Servizio Precedente

Puigdemont a indipendentisti sardi: La crisi catalana è crisi europea perché è in gioco la democrazia

Prossimo Servizio

Referendum, gli svizzeri hanno detto sì ai matrimoni gay e no alla tassazione dei capitali

Ultime notizie su Cronaca

TornaSu