Cunial fuori dal coro: “No a vaccino antinfluenzale”. E cita la bergamasca

29 Settembre 2020
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La parlamentare Sara Cunial in un lungo post sulla sua pagina facebook argomenta il suo no al vaccino antinfluenzale. Ecco cosa scrive.

“Da anni ormai, ricercatori, medici e scienziati, magari non finanziati da qualche lobby farmaceutica o da qualche filantropo vaccinista, denunciano rischi e inutilità della #vaccinazione #antinfluenzale.
Tra questi uno studio scientifico del Dipartimento della Difesa Usa denuncia che questa vaccinazione aumenti del 36% l’incidenza di co-infezione proprio da #coronavirus umano, a causa di per un fenomeno definito di interferenza virale da vaccino, mentre l’influenza contratta in maniera naturale tende ad avere un effetto protettivo verso i virus parainfluenzali (Wolff G.G. 2020: “Influenza vaccination and respiratory virus interference among Department of Defense personnel during the 2017–2018 influenza season”, Vaccine, vol. 38, 350-4)”.

E la parlamentare prosegue.

“Questa ricerca spiegherebbe benissimo cosa è successo la stagione scorsa a Brescia e Bergamo: zona rossa per decessi definiti da #Covid, e capofila in Italia nella somministrazione di vaccini Meningocco C e antinfluenzale.

Dal 24 dicembre 2019 fino a gennaio 2020, infatti, quasi 34mila persone sono state vaccinate in poche settimane contro il Meningocco C, “con punte del 70% del target previsto”. “Nei Comuni della provincia di Bergamo interessati dal piano straordinario – ha dichiarato l’assessore regionale Gallera – hanno fatto la vaccinazione 21.331 cittadini, di cui 1680 studenti direttamente nelle scuole e 2414 lavoratori nelle loro aziende. Ben 40 medici di base del territorio hanno aderito a questa operazione senza precedenti, attraverso la chiamata proattiva dei propri assistiti. Nel bresciano invece, i vaccinati attraverso gli ambulatori speciali sono stati 9200, a cui si aggiungono 1700 persone a cura dei Medici di base e dei pediatri di libera scelta, 1000 studenti e 300 lavoratori in azienda, per un totale di 12.200 cittadini”.

Prima, da novembre 2019, c’era stata la vaccinazione anti-influenzale, ancor più di massa. Specialmente dedicata agli assistiti oltre i 65 anni, ma applicata largamente anche a bambini e adulti appartenenti a “categoria a rischio”. Se l’anno precedente la ASt di Bergamo aveva acquistato 154 mila dosi e ne aveva somministrate 141 mila, di cui “circa 129 mila a soggetti di età oltre i 65, con una copertura vaccinale oltre il 56%, quest’anno sono state ordinate 185 mila dosi”, ha affermato il dottor Giancarlo Malchiodi, Direttore UOC Medicina Preventiva nelle Comunità, Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria, ATS di Bergamo.

Già in marzo 2020, Pietro Poidomani, da 35 anni medico di base di Cividate al Piano, piccolo paese di 5mila abitanti nella Bassa bergamasca, al confine con Brescia, in un’intervista al quotidiano Avvenire, raccontava che da gennaio di quest’anno aveva riscontrato nei suoi pazienti diverse anomalie: “Arrivavano tutti questi anziani con sintomi da complicanza post influenzale: febbre e tosse insistente. Strano, perché erano quasi tutti vaccinati. Ne parlai con alcuni colleghi, tutti avevano constatato gli stessi problemi. Ipotizzammo addirittura che il vaccino non avesse attecchito”.

Forse sarebbe stato bene approfondire quanto stava succedendo. Forse qualcuno avrebbe dovuto chiedersi quanti delle centinaia di anziani “fragili” uccisi dal coronavirus tra #Bergamo e #Brescia, avevano ricevuto la vaccinazione antinfluenzale”.
Ovviamente non se n’è fatto nulla – prosegue la deputata -. Anzi, come ben sappiamo, i cadaveri sono stati ben presto cremati, evitando autopsie e indagini in tal senso.

Di tutto questo non si parla. Non c’è spazio negli articoli di giornale o nei salotti televisivi, nei dibattiti tra esperti o nelle stanze della politica.
I media mainstream oggi aprono con la notizia di una ricerca del Centro cardiologico Monzino di Milano, pubblicato su Vaccines (!!!), che dichiara come la vaccinazione antinfluenzale possa aiutare ad arginare il Covid-19. Con il pretesto dello studio si da il via a una campagna mediatica pro vaccini molto più efficace di qualsiasi obbligatorietà. Se avessero messo l’obbligatorietà, infatti, la gente avrebbe scoperto che la maggior parte dei medici è restia a farsi vaccinare.

Ma tant’è. A farne le spese sono ancora una volta le fasce più deboli e indifese: bambini e anziani.
Ovviamente dello studio non si sa assolutamente nulla (da chi è finanziato? Su che campione si è svolto?) ma poco importa: l’antinfluenzale è la soluzione”.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
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