La lettera – Il 25 aprile smetta di essere anche distrazione di massa

27 Aprile 2023
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Finalmente è passato. Le litanie del 25 aprile sono terminate, non se ne poteva più. Non ho difficolta a riconoscere il contributo  della resistenza nella conclusione del ventennio fascista.  Giudico però,  obsoleta e quasi insopportabile,  la ripetizione continua  dello scontro verbale nei media tra chi sostiene che la destra attuale sia fascista e chi  il contrario. Sono trascorsi 80 anni da quegli eventi, affidiamoli alla storia e chiudiamo quel capitolo per sempre. Perché non si fa? Semplice,  la classe politica non lo vuole. Non lo vuole la sinistra che rivendica la primogenitura nella fondazione di questa repubblica, non lo vuole la destra perché ritiene necessario dimostrare che si è affrancata da ogni forma di dittatura.

Una distrazione di massa. 

Una distrazione dai problemi reali di questo paese. Non perderò tempo ad elencarli li conosciamo tutti, sono enormi, antichi come l’unificazione,  e la repubblica.

Giusto la repubblica. Fondata sul lavoro e  sulla partitocrazia corrotta,  mai sgominata neppure da tangentopoli. Una e indivisibile (art.5 della Costituzione) sorda alle istanze di autonomia, ferma nel mantenere un paese di privilegi, diviso in due, con una parte che produce e paga, ed una assistita. Sembrano cose scontate, ma non lo sono.

Adesso,  le parole Patria e Nazione sono tornate di grande attualità affrancate dal significato nefasto che avevano assunto dopo la fine del ventennio, sarebbe il caso che si comprendesse che per sentirsi veramente parte di una  Nazione, questa deve essere madre, non matrigna.

I popoli italiani da sempre divisi, unificati e non uniti non possono sentirsi popolo per il semplice fatto che la nazionale di calcio vince il mondiale,  oppure in quanto si rispolverano termini che richiamano i concetti di Patria e Nazione. La storia insegna che una Nazione si forgia nei secoli con l’unità di intenti di un popolo unito e coeso. La retorica patriottarda non è sufficiente.

Oltre al 25 aprile, dovremo sorbirci  il 2 giugno, e il 4 novembre, tutte ghiotte occasioni per ripeterci che siamo popolo e nazione. Facciamocene una ragione. Purtroppo.

 Padanus.

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