Facebook ha deciso di bloccare le pagine dei media australiani, impedendo cosi’ la condivisione delle notizie. La scelta, come hanno tenuto a sottolineare i dirigenti del colosso dei social network, e’ un atto di protesta verso un disegno di legge proposto dal governo di Canberra che punta a obbligare il “Gafa”, ossia il gruppo dei giganti del web composto da Google, Amazon, Facebook ed Apple, a pagare gli editori per i contenuti che producono.
L’iniziativa e’ partita negli Stati Uniti durante l’amministrazione Trump e segue gli appelli che da tempo giungono dal mondo dell’informazione: le testate lamentano il fatto che i contenuti prodotti vengano utilizzati e fatti circolare sulla rete gratuitamente, un meccanismo che secondo vari analisti sarebbe all’origine della crisi del settore. Ma secondo Facebook e Google la proposta di legge “e’ ingiusta” perche’ penalizzerebbe le loro piattaforme. Stamani secondo l’emittente Bbc, oltre alle pagine dei media australiani, per qualche ora anche quelle del governo sono risultate bloccate, comprese quelle dedicate alle informazioni sanitarie.
I vertici di Facebook si sono scusati e le hanno ripristinate, spiegando che si era trattato “di un errore”. Proprio sul suo profilo Facebook, il primo ministro australiano Scott Morrison ha denunciato che le azioni di Facebook, “interrompendo i servizi di informazione essenziali sui servizi sanitari e di emergenza, sono state tanto arroganti quanto deludenti”. Il capo del governo ha aggiunto: “Sono in contatto con i leader di altre nazioni sulla questione. Non ci lasceremo intimidire”.
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