Vaccini, Zaia: Europa si è mossa male. Inevitabile territori cerchino soluzioni

21 Febbraio 2021
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 Se usciremo dalla pandemia entro quest’anno “è tutto direttamente proporzionale alla nostra capacità vaccinale. Lo Stato di Israele che ha comprato 20 milioni di vaccini e ha vaccinato tutti gli israeliani ha svuotato gli ospedali. La Gran Bretagna che ha vaccinato 15 milioni di inglesi è molto più avanti di noi”.

Così in una intervista alla Stampa il governatore della Regione Veneto Luca Zaia secondo il quale l’Europa “ne sta uscendo malissimo. Il mercato più grande al mondo con 450 milioni di abitanti è un mercato che in questa fase sa solo dire che il contratto con Big Pharma è secretato, tutti abbiamo notizie di decurtazioni, oggi quella di Astra Zeneca. Quando la regia nazionale o sovranazionale è debole, diventa inevitabile che territori si organizzino da soli”.

“Non lo dico come sfida – chiarisce – ma è inevitabile che con una regia debole un territorio occupi gli spazi lasciati liberi. Un campanello d’allarme è il dibattito sul mercato parallelo. Cosa che non escludo stia interessando altri Paesi europei. Mi rifiuto di pensare che sia circoscritto solo all’Italia. Vedo che nel dibattito della stampa internazionale c’è chi si lamenta di non avere vaccini e chi tace. La domanda che mi faccio: chi tace si è distratto o ha risolto il problema alla base. Ma di certo la debolezza dell’Europa viene fuori in maniera clamorosa”.

“Noi non abbiamo cercato nessuno. Ci hanno cercato gli altri. Come è accaduto in Veneto è accaduto in moltissime altre Regioni italiane. Io non ho mai incontrato nessuno di questi potenziali intermediari. La vicenda la sta seguendo il mio direttore della sanità. Per evitare le leggende metropolitane è bene ricordare che per importare un farmaco dall’estero ci vuole autorizzazione dell’Aifa, quindi evitiamo scene da film tipo “mercato nero”. Noi ci siamo comportati correttamente. Il 3 febbraio abbiamo scritto all’Aifa con richiesta di autorizzazione, Aifa ci ha dirottato al commissario Arcuri che ci ha detto di chiedere il numero dei lotti. Il 12 di febbraio su mia richiesta il direttore della sanità del Veneto ha segnalato la nostra attività ai Nas”. 

“Un governatore – sostiene Zaia – ha l’obbligo morale di verificare se l’offerta è vera oppure no. A parte il problema etico, ce n’è uno giudirico-legale: qualcuno tra qualche mese o tra qualche potrebbe dirmi ‘lei ha avuto un’offerta e si è girato dall’altra parte’. Ho fatto tutto nell’ambito della legalità e della trasparenza. Allora ben venga l’azione della Procura di Perugia, meritoria, che spero faccia chiarezza su questa situazione”.

Secondo Zaia, “avremmo risparmiato tutto questo dibattito se le tre case farmaceutiche autorizzate da Ema avessero dichiarato che tutto quello che è vaccino fuori dalla consegna europea è tarocco, non è di loro produzione. Ora comunque l’attività della Procura di Perugia ci dirà se questi interlocutori hanno veramente i vaccini o sono dei millantatori”.

“Il Dpcm che scade il 5 marzo per questo governo non è un semplice rinnovo di Dpcm, ma è l’occasione per affrontare con un cambio di passo e con un tagliando necessario l’approccio e la strategia. Abbiamo di fatto un anno di esperienza alle spalle, abbiamo visto tanti Dcpm e ordinanze. Ecco, resto convinto che bisogna avere un riferimento scientifico nazionale che si interfacci con nostri tecnici regionali e quindi parlo di Istituto nazionale di sanità e Cts, e che si debba pensare a un modello di gestione che preveda protocolli trasparenti. Oggi – sottolinea Zaia – il sistema è tanto farraginoso. Ogni scelta deve essere dettata da solide basi scientifiche. Oggi si parla di varianti ma non c’è sul campo da parte degli scienziati nessuna proposta. Ogni soluzione nel Dpcm non potrà prescindere dalle Regioni. La differenza tra Stato centrale e Regioni è sostanziale: noi abbiamo i pazienti e viviamo dell’ansia del bollettino dei morti, del carico delle terapie intensive negli ospedali”. 

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