E’salito a sette il numero dei morti nel violento terremoto di oggi in Croazia. Ne danno notizia i media regionali. I feriti sono molte decine. La forte scossa sismica ha causato danni anche all’edificio del parlamento nazionale a Zagabria. “Le mie piu’ sentite condoglianze ad Andrej Plenkovic e al governo croato per il devastante terremoto che ha colpito la citta’ di Petrinja e tutto il Paese. La nostra solidarieta’ e vicinanza agli amici croati. L’Italia e’ pronta a fornirvi tutta l’assistenza e l’aiuto necessario”, ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il premier croato Andrej Plenkovic ha parlato al telefono con la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen, che ha promesso aiuti urgenti da parte dell’Unione. “Siamo pronti ad fornire aiuto, ho pregato il commissario Janez Lenarcik di recarsi in Croazia non appena la situazione lo consentira’”, ha detto von der Leyen, come riferito dai media locali. “L’Italia e’ vicina al governo e al popolo della Croazia in questo difficile momento”, ha scritto in un tweet il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Il mio pensiero va in particolare alle vittime, alle loro famiglie e ai feriti”.
Dopo la devastante scossa registrata alle 12.19 a sud di Zagabria in Croazia di intensità 6.4 della Scala Richter, la terra ha tremato anche in Veneto, precisamente a 22 chilometri in direzione sud da Verona tra Salizzole e Isola della Scala. Tre le scosse registrate dai sismografi dell’Ingv: la prima alle 14.02 con magnitudo 3.4 della Scala Richter, la seconda alle 14.44 con magnitudo 2.8 Richter, e una terza, la più forte di magnitudo 4.4 avvertita chiaramente nell’intera area Veneto-Lombarda, sempre col medesimo epicentro a Salizzole a 22 chilometri a sud di Verona. La profondità dell’ipocentro si colloca per le tre scosse a una profondità di 12 chilometri. Al momento non si hanno notizie di danni a persone o cose. La scossa più forte è stata registrata alle ore 15.37 dai sismografi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Quella interessata è un’area sismogenetica del tutto distante e distinta da quella croata, sia pure inserita nel più generale contesto tettonico di frizione tra la placca africana e quella euroasiatica, di cui i fondali del mare Adriatico sono estrema propaggine che si scontra con l’arco subalpino e alpino nord orientale. Le tre scosse veronesi, fortunatamente, hanno sviluppato una magnitudo lineare estremamente meno intensa rispetto al sisma registrato a sud di Zagabria in Croazia.
Il quale, raggiungendo una magnitudo lineare stimata al 6.4, è paragonabile al sisma che colpì nel 1976 il Friuli Venezia Giulia, con epicentro Gemona e Tarcento e superiore di un decimo di grado alla scossa principale che colpì l’Aquila nel 2009. L’area della Bassa Veronese non è classificata dalla mappa del rischio sismico italiano tra le più critiche, tuttavia storicamente, i geologi e gli storici identificano proprio in quell’area l’epicentro dell’apocalittico terremoto del 1117, testimoniato da innumerevoli cronache del tempo. Il sisma medievale fu in grado di distruggere il 90% degli edifici della città di Verona e il 50% dell’edificato nell’urbe patavina. Pare abbia pure generato un maremoto a seguito del quale Metamauco, insediamento veneziano più antico oggi Malamocco, fu sommersa e abbandonata progressivamente a vantaggio delle insulae che attualmente costituiscono la città storica di Venezia. Tornando allo sciame sismico odierno, Trenitalia fa sapere di avere, in via precauzionale e per verifiche, sospeso il traffico ferroviario nell’area interessata.