Si parla moltissimo di droni. Oggi abbiamo intervistato una delle aziende leader del mercato italiano, U.S.T. Italia

E' un mercato in piena espansione, numeri impressionanti ed operazioni impossibili. Quali saranno gli impieghi maggiori di questi dispositivi iper tecnologici?
31 Marzo 2020
Lettura 2 min

di Riccardo Rocchesso – Oggi ho fatto una bella chiacchierata con Barnaba Monti, responsabile commerciale, pilota e socio dell’azienda di droni U.S.T. Italia, leader del mercato italiano.
Gli ho fatto molte domande, da quelle tecniche a quelle più fantasiose, essendo un grande appassionato di innovazione tecnologica.
Volevo capire meglio come sono attualmente impiegati e sul futuro che avrà questa tecnologia, sempre più utilizzata in moltissimi settori e mia fonte di preoccupazione in quanto alle possibili limitazioni di libertà nei cittadini, conseguenze naturali dell’emergenza Covid-19.

Come mi raccontava Barnaba, i principali settori applicativi in cui sono stati utilizzati fin dall’inizio questi piccoli oggetti telecomandati sono stati l’ingegneria, l’agricoltura e la realizzazione di video emozionali per grandi eventi.

Tra i vari vantaggi che hanno avuto l’impiego di questi mezzi, i principali sono stati sicuramente l’aumento dell’efficacia delle operazioni.
Nell’ingegneria, per esempio, è diventato molto più agevole poter monitorare e velocizzare la realizzazione di grandi o piccole opere strutturali, come il Ponte Morandi per fare un esempio, essendo macchine integrabili con applicativi che possono analizzare dati, fare calcoli ed osservare punti critici che sarebbero molto rischiosi e costosi, per la messa in sicurezza degli osservatori.

In agricoltura invece, mi racconta Barnaba, vengono spesso utilizzati per contrastare parassiti dannosi alle colture. Tra i tanti casi mi racconta come sono riusciti ad eliminare un grosso problema nei campi di pannocchie, martoriati dalla Piralide del Mais, tramite l’utilizzo di droni infatti si è riuscito a contrastarlo in maniera molto agevole, senza usare agenti chimici e senza rovinare il terreno, tramite il rilascio di capsule di carta biodegradabile contenenti migliaia di uova di un insetto antagonista che si nutre delle uova del parassita.

Ultimamente nei telegiornali, negli approfondimenti televisivi, tra cui uno ieri su Rai1 a mezzogiorno, si parla moltissimo dell’utilizzo di droni per contrastare l’emergenza Covid-19.
In un momento di crisi come questa l’Enac, ha dato il via libera all’utilizzo dei dispositivi per il controllo degli assembramenti sul territorio nazionale, da parte delle forze dell’ordine, in ottica di monitorare chi non rispettava la disposizione della quarantena e procedere al controllo del soggetto con una volante.

Attualmente le disposizioni legislative permettono ai droni di essere pilotati a vista, con una distanza massima di 500 metri dal pilota.
Il Drone deve sempre essere visibile ad occhio nudo. Quindi se devono essere monitorati ampi spazi, devono essere impiegati più piloti.
La situazione normativa però a livello europeo sta cambiando, e come mi dice Barnaba, tra poco l’obbligo della distanza non ci sarà più, un unico pilota potrà coprire spazi molto più grandi e questo ovviamente aprirà in larga scala gli scenari di utilizzo di droni.

Tornando all’emergenza Covid-19, la storia recente racconta che l’uomo ha sempre utilizzato nuove tecnologie per contrastare nuove crisi, diventate poi nuovi standard per il mondo.
Dobbiamo prepararci ad un utilizzo sempre più massivo dei droni?
Assolutamente sì.


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