Torna a parlare il sindaco di Bergamo di questione settentrionale. Al Nord “qualche crepa nel blocco di consenso” della Lega “si comincia a intravedere anche per i segni lasciati dalle vicende della sanità lombarda” e dunque “il Pd ha l’occasione della vita rappresentare la parte più moderna ed europea del Paese. Sta a noi andarle incontro o lasciarla alla destra”. Lo sostiene, in una intervista a Repubblica, il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori che invita il partito a puntare al Nord, abbandonando l’agenda “orientata alla protezione. E’ il rischio che corriamo nell’abbraccio con il M5s che ha una cultura diffidente nei confronti dell’impresa orientata all’assistenzialismo”. “Salvini parla ossessivamente solo di immigrazione, ma qui le fabbriche chiuderebbero senza i lavoratori di origine straniera” e il Pd può diventare il partito del Nord “comprendendo le difficoltà, le potenzialità e le attese di artigiani, commercianti, imprenditori, partite Iva, liberi professionisti, autonomi, operai – non solo del Nord -, la maggior parte dei quali fatica oggi a trovare ragioni per votare il centrosinistra e il Pd”. Se non farà così, “qui continueremo a non toccare palla, se non in qualche città. In Lombardia è così da 25 anni, nel Veneto idem. Fa eccezione l’Emilia-Romagna, dove non a caso abbiamo vinto puntando sulla relazione coi ceti produttivi”. Alle prossime regionali in Lombardia, conclude, “c’è tutto lo spazio per attaccare Fontana sulla gestione dell’emergenza sanitaria, largamente insufficiente”.

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