di Stefania Piazzo – Salvini torna su una proposta già finita tempo fa nel dimenticatoio, mandare i nostri pensionati al Sud scontandogli per dieci anni le tasse, come in Portogallo. La meta individuata è la Calabria. Regione ricca di storia ma non di altrettanti servizi. La vita lì costerà poco ma lì la vita vale anche poco.
Il Portogallo ha un sistema fiscale più leggero dell’Italia, e ha servizi che funzionano, ospedali compresi, a differenza del Sud dove Salvini vuole spedire i nonni. Ma vediamo da vicino la questione.
Punto primo. L’altro giorno questo quotidiano ha pubblicato i dati sulle pensioni: il Nord supera il pareggio tra lavoratori e chi ha smesso. Il Sud è in rosso. Vuol dire che i versamenti del Nord potrebbero rendere liberi da qualsiasi legge Fornero i futuri pensionati. Ma i contributi evidentemente devono andare a compensare i buchi di altri.
Punto secondo. Nei giorni scorsi il sindaco Sala ha affrontato da eretico del centrosinistra la questione del costo della vita, ricordando che uno stipendio di Milano uguale a uno di Reggio Calabria genera sperequazione per il diverso paniere.
Punto terzo. Sabato sono 1000 giorni di nulla di fatto dal referendum per l’autonomia.
Punto quarto. Il Nord vanta un residuo fiscale di circa 110 miliardi di euro, le tasse che versa in più rispetto ai servizi che riceve da Roma.
La risposta della Lega è mandare i pensionati a 70 anni grazie a chi è in rosso proprio là dove i contributi saltano, e in più dove c’è evasione fiscale e lavoro nero da vendere. E togliamo pure le tasse. Uno statista. Uno stratega che non vede il Pil del Nord scendere (preoccupazione sollevata da Bonaccini, non da governatori leghisti, ndr) ma che vuole rimpolpare quello del Sud mandandoci gli spolpati. Geniale.
Alzi la mano chi vuole andare a vivere in Calabria.
Photo by Flo P
