Addio a Silvio Berlusconi. Se ne va un pezzo di storia del Paese

12 Giugno 2023
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Con Silvio BERLUSCONI , tramonta definitivamente una delle stagioni (e delle storie) politiche più controverse del dopoguerra italiano. È infatti molto difficile riassumere la parabola umana e professionale di BERLUSCONI, il cui nome è associato quasi ad ogni aspetto della vita politica, economica e sociale del nostro paese, da più di 30 anni. Proprietario del Milan, della società di produzione multimediale Mediaset, della Fininvest – con la quale inaugura la stagione delle TV commerciali in Italia negli anni ’80, divenendo simbolo di un’epoca frivola ed economicamente rampante di cui la Milano “da bere” era l ‘iconica cartolina – secondo la rivista americana Forbes, con un patrimonio personale stimato a 7,3 miliardi di dollari (circa 6 miliardi di euro), BERLUSCONI è stato, nel 2021, il sesto uomo più ricco d’Italia e il 318º più ricco del mondo. Ma la stessa Forbes, nel 2009 (all’apice dell’influenza politica) lo aveva classificato dodicesimo nella sua lista delle persone più potenti al mondo per il ruolo assunto nel panorama politico italiano.

Nato nel 1936, milanese DOC, BERLUSCONI si laurea in Giurisprudenza all’università statale con una tesi sul “contratto di pubblicità”, ricevendo un premio di 500mila lire dall’agenzia pubblicitaria Manzoni. Nel tempo libero, fa il venditore di spazzole elettriche porta a porta, ma si diletta anche come fotografo ai matrimoni. Nelle cerimonie (e sulle navi da crociera, come ha raccontato molte volte, in seguito…) si diletta anche come cantante e intrattenitore nella band dell’amico storico Fedele Confalonieri. Dopo le prime esperienze nel mondo dello spettacolo, diventa agente immobiliare. Quello con il settore edile è un matrimonio molto fortunato. Nel 1961, infatti, fonda la Cantieri Riuniti Milanesi Srl, insieme al costruttore Pietro Canali, acquistando il primo terreno in via Alciati, a Milano, per 190 milioni di lire. Tra gli anni’ 60 e 70 realizza diversi progetti immobiliari, fino a fondare un intero quartiere, Milano 2, a cui seguono Milano 3 e il centro commerciale il Girasole.

Ma è il mondo della comunicazione e dell’intrattenimento quello che, dalla metà degli anni ’70 decreta il suo vero successo imprenditoriale. Nel 1976, infatti, rileva l’emittente locale lombarda Telemilano. L’anno successivo, per i suoi successi imprenditoriali in campo edilizio, viene nominato Cavaliere del Lavoro dall’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone. Da allora, “il Cavaliere” è stato l’inconfondibile epiteto utilizzato da media nazionali e internazionali per identificare la sua figura. Nel 1978, il salto di qualità: Telemilano diventa Canale 5 e, nel 1980, attraverso un complesso sistema di reti locali, aggira le leggi vigenti allora che impedivano la creazione di emittenti televisive su scala nazionale per via del monopolio della RAI, diffondendo il segnale della sua rete in tutto il paese. Le tv, tutte controllate, collegate o legate da accordi stringenti con Fininvest (definiti da Adriano Galliani, che si occupava delle acquisizioni delle emittenti locali) avevano l’obbligo di trasmettere il medesimo programma alla stessa ora, per dare l’illusione della diretta su tutto il territorio nazionale. La creazione dell’impero mediatico è appena cominciata. Nei primi anni ’80, acquista Italia 1 e Rete 4, lanciando la sfida alle tre reti pubbliche della televisione di stato. Nel 1984 i pretori di alcune città italiane oscurano i canali Fininvest per violazione della legge che proibiva alle reti private di trasmettere su scala nazionale. Con un apposito decreto legge, il governo guidato da Bettino Craxi legalizza l’attività della società di BERLUSCONI e, nel 1990, la cosiddetta legge Mammì rende definitivamente legale la diffusione a livello nazionale di programmi radiotelevisivi privati.

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