Strage di Nizza, come si commentava la rabbia e l’orgoglio nel 2016 sui social

21 Aprile 2021
Lettura 3 min

di MARCO DESIDERATI – Abituatevi. Abituatevi ad aver paura, oramai il dado è tratto e non c’è alcuna possibilità di tornare indietro.
50 milioni di mussulmani in Europa sono 50 milioni di potenziali bombe innescate, non sono gruppi terroristici organizzati, ma sono individui che per compiacere il loro Dio sono pronti al martirio.
Ed è proprio questo che li rende inarrestabili: una organizzazione si può fermare, ma gli individui solitari no.
Abituatevi alla paura quando voi o i vostri figli prenderete un mezzo pubblico, o andrete al cinema o al teatro, o frequenterete un qualsiasi luogo pubblico, il mondo è cambiato e si è innescato un processo inarrestabile.
La Francia non ha reagito dopo Charlie Hebdo e adesso ne paga le conseguenze con una escalation della violenza durissima.
Gli Europei non hanno gli anticorpi per ciò che sta avvenendo: gli Islamici schiacciano i vostri figli con il camion e voi rispondete con discussioni interminabili sul fatto che è colpa vostra che non sapete integrarli.
Siete tutti morti.
Sappiatelo.

di MARCO BASSANI – La cosa più difficile da comprendere è che l’Europa ha incominciato ad applicare un cristianesimo radicale nei fatti – ama il tuo nemico, porgi l’altra guancia – mentre da tempo ha smesso di essere cristiana. Quando lo era chi indossava il saio lo poteva fare perché sapeva bene che c’era chi sguainava la spada.
Mentre scrivo sento in TV un sentito grazie a un imam per “la preghiera musulmana per le vittime di Nizza”.

di GIANLUCA COMAZZI – Orrore e sgomento per il vile attentato terroristico. Quanti di noi hanno percorso la Promenade des Anglais di Nizza macchiata ieri dal gesto folle di un fondamentalista. Uomini, donne, bambini colpiti dalla lucida e illogica mitomania di un pazzo. L’attentatore cittadino francese di origini tunisine è l’estrema testimonianza del fallimento del multiculturalismo sfociato, ormai, in un cieco relativismo dove “principi e valori” di ogni Popolo vengono posti sullo stesso piano in nome di una falsa uguaglianza universale.
Solidarietà al Popolo francese e a tutte le vittime di Nizza. Il tempo però è finito: ora ci vogliono regole, leggi speciali e interventi a tappeto in tutte le città europee simbolo della nostra civiltà.

di GIOVANNI POLLI – L’islam non ha mai conosciuto la rivoluzione francese, è stato sempre osservato, a ragione. Non so quanti, chi e come metteranno in risalto l’altissimo valore simbolico di un attacco ai valori della rivoluzione francese come quello di ieri sera, 14 luglio, a Nizza.
Se nemmeno in questo modo, con l’evidente Vandea islamica in atto, si è in grado di capire quello che sta accadendo davvero, allora significa che questa guerra ce la stiamo proprio meritando fino in fondo. E ci meritiamo pure di perderla nel modo più sanguinoso.
E questo a prescindere da tutte le altre considerazioni sui mandanti e sul “cui prodest”.

di PAOLO BASSI – Questa mattina ho disposto di listare a LUTTO le bandiere del palazzo del‪#‎Municipio4‬.
Gli uffici mi hanno risposto che per quella ITALIANA serve disposizione della PREFETTURA, mentre per quella cittadina ci vuole l’ok del SINDACO. Ho subito scritto a SALA, che non ha risposto, ma il suo ufficio di GABINETTO ha diramato (qualche ora dopo) l’invito del primo cittadino a mettere la bandiera a mezz’asta sugli edifici civici. In questo Paese l’incudine della  BUROCRAZIA pesa davvero su ogni cosa.

di LUCA POLO – Fiori, candele, gessetti colorati e bandierine metteteveli delicatamente nel deretano. Io condivido l’immagine dell’uomo che con il suo coraggio fermò il terrore teocratico islamista a Lepanto nel 1571. Fu la mente e l’anima militare del più grande scontro navale della storia che vedeva riunita una federazione delle nazioni europee (ma in gran parte costituito da equipaggi veneti e catalani). Il suo nome è Sebastiano Venier e se non lo conoscete significa che le forze oscure che hanno spianato di nuovo la strada al terrore vi hanno ingannato, perché quest’uomo è l’unico motivo per cui le vostre madri e sorelle non sono schiave di un beota barbuto. Se non via hanno insegnato la sua storia non potete sapere a quali uomini e a quali azioni dovete la vostra libertà. Oggi io non celebro la morte, ma celebro gli uomini che seppero combattere e sconfiggere il male, come ogni nazione dovrebbe essere sempre pronta a fare.

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