Quel 14 luglio di sangue con 86 morti e la decapitazione in chiesa 4 anni dopo. L’Europa che non capisce di essere in guerra

21 Aprile 2021
Lettura 2 min

di STEFANIA PIAZZO – Una strage, una dinamica terroristica. Parigi, 6 gennaio 2015. Ancora Parigi, 13 novembre 2015. Bruxelles, 22 marzo 2016. Nizza, 14 luglio 2016. Temevano che l’Isis pianificasse un attacco durante gli europei di calcio, invece il terrorismo ha atteso che si abbassasse la guardia. Ma la guardia era scesa già da anni. Bombe. Londra, Madrid, le banlieu parigine. Come la mafia celebrò l’esplosione a Capaci, l’Isis quella notte ha celebrato la morte di Nizza.

Poi ancora Nizza, è l’ottobre 2020. Un 21enne di origini tunisine Brahim A., incensurato, fa irruzione nella basilica di Notre-Dame: bilancio della sua azione tre sarebbero i morti,  una donna  decapitata, e diversi feriti.

Poco dopo – ricorda la cronaca – intorno alle 11.15, un’altra persona, armata di coltello, avrebbe tentato di attaccare gli la polizia per strada ad Avignone: gli agenti hanno reagito aprendo il fuoco, lui è morto sul posto.

E la strage sul lungo mare di quattro anni prima? Nonostante l’evidenza, i media italiani hanno continuato a insistere che non si fosse trattato di un attacco di matrice islamica. Attacco, non terrorismo. Negare l’evidenza. Usare il politicamente corretto in nome del giornalismo neutro e neutrale. La prudenza del relativismo, del tutto e niente. E’ imitazione, emulazione, non sono gli islamici. E’ un attacco solitario, nel mucchio. Una bomba umana, un camion kamikaze ma niente di più. Sono solo dei pazzi. Avanti così, l’Occidente non è in guerra. L’Occidente è un luogo sicuro. Politicamente e correttamente sicuro. Un requiem dal cuore della notte.

L’islam attacca mentre l’Occidente celebra e idolatra lo Stato che ha conquistato la libertà e che in nome di quella e di quelle libertà, concede spazi sempre più ampi di fallimentare integrazione e apertura. L’Occidente ora è libero di morire e di farsi soverchiare. Giusto qualche giorno prima a Bruxelles i giudici avevano sentenziato che era discriminante licenziare chi si recava al lavoro col velo islamico. Avanti così e il processo di disfacimento procede spedito.

Riportava Tgcom24 ai tempi della strage nella basilica di Notre Dame a Nizza circa l’attentatore:

“Secondo le autorità, l’uomo “è sbarcato pochissimo tempo fa a Lampedusa. A confermare che Brahim è arrivato in Italia assieme ad altri migranti sono state fonti degli apparati di sicurezza, secondo le quali nell’isola siciliana è avvenuta la prima registrazione. Non è la prima volta che un tunisino sbarcato nel nostro Paese si è poi reso protagonista di atti di terrorismo in Europa. A febbraio del 2011 sempre a Lampedusa arrivò, assieme a migliaia di tunisini, Anis Amri, l’autore della strage al mercatino di Natale di Berlino nel 2016″. 

Aggressore in Italia il 20 settembre, il 9 ottobre a Bari. L’aggressore sarebbe arrivato in Italia il 20 settembre, mentre il 9 ottobre sarebbe stato trasferito in un centro per migranti a Bari, dopo la quarantena obbligatoria per tutti coloro che sbarcano. Sono queste, secondo quanto si apprende da fonti degli apparati di sicurezza, le prime due tappe del tunisino nel nostro Paese. Investigatori e 007 stanno ora ricostruendo tutte i movimenti successivi e le modalità che hanno consentito all’uomo di lasciare il centro”,

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
Hosting: Stefania Piazzo

Newsletter

Iscriviti alla nostra Newsletter!

Servizio Precedente

Strage di Nizza, come si commentava la rabbia e l’orgoglio nel 2016 sui social

Prossimo Servizio

‘Ndrangheta, 13 arresti a Bergamo

Ultime notizie su Opinioni

TornaSu

Don't Miss