Mille sindaci per l’appello a Draghi. Meloni li attacca

17 Luglio 2022
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Sono mille i sindaci che da ieri hanno firmato l’appello, su iniziativa dei primi cittadini di Torino e Firneze, Stefano Lo Russo e Dario Nardella, per chiedere a Draghi di rimanere a Palazzo Chigi. Nel corso della giornata, sono attesi ulteriori aggiornamenti e adesioni. 

Dai sindaci alle associazioni di categoria, passando per la Cei e Confidnustria. Per scongiurare la crisi di governo scende in campo “la societa’ civile”, con una serie di appelli sul web e sulla carta stampata. Tra i piu’ partecipati, e piu’ discussi, c’e’ quello dei primi cittadini, firmato al momento da circa mille fasce tricolori, secondo quanto riferisce il sindaco di Torino, Stefano Lorusso. L’iniziativa, di cui si e’ fatto capofila il sindaco di Firenze, Dario Nardella, e’ stata lanciata sul web con queste parole d’ordine: “Con incredulita’ e preoccupazione assistiamo alla conclamazione della crisi di Governo generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza. Le nostre citta’, chiamate dopo la pandemia e con la guerra in corso ad uno sforzo inedito per il rilancio economico, la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili e la gestione dell’emergenza sociale, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilita’, serieta’”. “Il Presidente Mario Draghi ha rappresentato fino ad ora in modo autorevole il nostro Paese nel consesso internazionale e ancora una volta ha dimostrato dignita’ e statura, politica e istituzionale. Draghi ha scelto con coraggio e rigore di non accontentarsi della fiducia numerica ottenuta in aula ma di esigere la sincera e leale fiducia politica di tutti i partiti che lo hanno sostenuto dall’inizio – continua la lettera – Noi sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo”. Le firme in calce al documento rimandano a sindaci di diverso colore politico, da Luigi Brugnaro a Marco Bucci, passando per Roberto Gualtieri e Beppe Sala. Nonostante questo, la presa di posizione ha sollevato le perplessita’ di Fratelli d’Italia.

“Mi chiedo se tutti i cittadini rappresentati da Gualtieri, Sala, Nardella o da altri sindaci e presidenti di Regione che si sono espressi in questo senso, condividano l’appello perche’ un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dall’Italia reale vadano avanti imperterriti, condannando questa Nazione all’immobilismo solo per garantire lo stipendio dei parlamentari e la sinistra al governo”, sottolinea Meloni. “E, indipendentemente da chi li ha votati, mi chiedo se sia corretto che questi sindaci e governatori che rappresentano tutti i cittadini che amministrano, anche quelli che la pensano diversamente, usino le Istituzioni cosi’, senza pudore, come se fossero sezioni di partito. La mancanza di regole e di buonsenso nella classe dirigente in Italia comincia a fare paura”. 

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