di Gigi Cabrino – Mes o non Mes ( ormai la battaglia è diventata ideologica) il punto è la drammatica realtà di un cosiddetto centrodestra “sovranista” che non sembra capire il mondo.
Non esiste più crisi di un certo livello, finanziaria, sanitaria, politica e chi più ne ha più ne metta, che possa essere affrontata dal singolo paese.
Lo abbiamo visto con la pandemia, lo stiamo vedendo con gli effetti della guerra russo ucraina. Sarà così anche nel caso di una crisi finanziaria, anzi lo è stato. I crack di Lehman Brothers e dei subprime non sono stati confinati a Wall Street ma le conseguenze le abbiamo viste propagarsi per il mondo in maniera estremamente veloce.
Questo in linea generale dovrebbe essere l’assunto per discutere di Mes (con tutti i problemi che comunque comporta) ma non risulta che una simile valutazione sia stata fatta dagli esponenti del cosiddetto centrodestra che prima firmano col sangue la non ratifica poi garantiscono che assolutamente non verrà ratificato. In mezzo le posizioni più prudenti di Forza Italia che senza Berlusconi è un altro partito.
Alla fine sappiamo che, magari a ferragosto quando si pensa ad altro, il Mes verrà ratificato nelle sue modifiche.
Occorre ricordare, però, che il Mes nasce come strumento voluto dagli stati europei per difendersi da attacchi finanziari sui debiti sovrani e fu negoziato con gli altri partner nel 2011 dal governo Berlusconi ( ministro dell’ economia Tremonti oggi fratello d’Italia) e ratificato nella prima versione nel 2012 dal governo Monti sostenuto da mezzo centrodestra.
La riforma di cui si parla in questi mesi è relativa ai negoziati sul Mes rafforzato condotti e conclusi coi paesi UE dal governo Conte 1 sostenuto dalla Salvini Premier con Salvini vicepresidente del consiglio e ministro dell’Interno.
È questa modifica al Mes che il parlamento è chiamato a ratificare, e tra i più ferrei oppositori abbiamo il vicepresidente del consiglio e ministro dei Trasporti che la ha negoziata e ottenuta da ministro di un altro governo.
Tutto normale, no?
In ogni caso si possono avere tutti i dubbi possibili sul Mes ma sarebbe il caso di avere una vaga idea di come affrontare crisi un po’ più grandi delle forze finanziarie di un paese con un debito stimato in oltre 2800 miliardi (duemilaottocentomiliardi, non è un errore di battitura) pari al 140%(centoquaranta per cento, nemmeno questo è un errore di battitura) della ricchezza prodotta.
Ma possiamo stare tranquilli.