Inchiesta Covid: Fontana si indigna per averlo appreso dai giornali

2 Marzo 2023
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Non posso rispondere perche’ non ho visto le carte” ma “e’ vergognoso che una persona che e’ stata sentita all’inizio dell’indagine come una persona a conoscenza dei fatti, come testimone, scopra dai giornali di essere invece trasformato in indagato”. Cosi’ il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, in relazione alle notizie di natura giudiziaria legate all’inchiesta di Bergamo sulla prima fase dell’emergenza Covid, ai microfoni di Radio Anch’io, su Rai Radio 1.

Intanto  l’indagine della Procura di Bergamo – che vede 19 indagati tra cui l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza e il Governatore della Lombardia Attilio Fontana – nasce da una serie di esposti presentati nel 2020 dal Codacons, in cui si contestava l’operato del Governo sul fronte Covid e si denunciavano omissioni e ritardi in particolare sulla mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo.

Ne dà notizia la stessa associazione dei consumatori, che riporta alcuni passaggi delle denunce. Il 9 aprile del 2020 in un esposto sulla zona rossa il Codacons chiedeva alla Procura di “predisporre tutti i controlli necessari ad accertare eventuali responsabilità e fattispecie penalmente rilevanti e, in caso affermativo, di accertare l’autore e/o gli autori degli stessi e, conseguentemente, esperire nei loro confronti l’azione penale per tutti quei reati che riterranno ravvisabili, compreso quello di epidemia colposa e reati contro la salute pubblica previsti dagli art.. 438 e 452 del codice penale”. In un’altra denuncia l’associazione chiedeva di verificare eventuali ritardi da parte della p.a. sul fronte delle misure anti-Covid, rilevando che “lo Stato Italiano, nonostante le notizie della diffusione del virus e la dichiarazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 30 gennaio 2020 che aveva dichiarato l’emergenza internazionale di salute pubblica per il Coronavirus, si sarebbe attivato concretamente ed unicamente solo in data 9 marzo 2020 dichiarando la quarantena per l’intero territorio nazionale”.

E sempre ad aprile 2020, in un nuovo esposto presentato a 104 Procure di tutta Italia, il Codacons, in merito ai tanti morti registrati nelle rsa, chiedeva alla magistratura “di aprire indagini sul territorio e verificare eventuali carenze ed omissioni da parte della p.a. attraverso il sequestro di tutte le cartelle cliniche e le attestazioni dei deceduti nel nostro paese” e di verificare il “sussistere del nesso di causalità tra i decessi e le inadeguatezze del sistema sanitario nazionale laddove le Autorità competenti non si siano adoperate tempestivamente anche dotandosi dei mezzi adeguati per fronteggiare l’emergenza dettata dal Coronavirus”.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
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